L'INSEDIAMENTO
“Francesco, vescovo, servo dei servi di Dio, saluta e dà la benedizione apostolica al venerabile fratello Oscar Cantoni, finora vescovo di Crema. (..) Poiché tu, venerabile fratello, per le tue comprovate doti di mente e di cuore, per l'esperienza personale, ti presenti degno di reggere quella diocesi, in forza dell'autorità apostolica, ti nomino vescovo di Como.”
Sono le ore 15,15 di oggi, domenica 27 novembre: la lettera apostolica di papa Francesco viene letta e mostrata dall'ambone della cattedrale di Como, stracolma di sacerdoti e fedeli, fra cui un centinaio cremaschi (con loro anche il sindaco Bonaldi e altri amministratori), il coro e l'assemblea cantano: “Benedetto sei Signore, gloria a Te nei secoli.”
È stato il card. Scola, arcivescovo di Milano a invitare il cancelliere vescovile a leggere il testo pontificio. Il metropolita lombardo pronuncia poi brevi parole di saluto: “Ci unisce qui l'iniziativa della Trinità per accogliere il nuovo vescovo che è uno di noi. Carissimo Oscar, sei tornato a casa. Ti voglio augurare un cammino leggero, conosco la tua fede, il tuo amore al popolo di Dio. In questo cambiamento d'epoca, la tua mente e il tuo cuore potrà reggere sulla roccia che è Cristo. In questa società della stanchezza dobbiamo essere, oltre il lievito, la sorgente dell'energia con la forza che viene da Lui.”
E pronuncia la formula ufficiale: “Fratelli e sorelle, per grazia di Dio e designazione della Sede Apostolica, da questo momento il vescovo Oscar Cantoni è pastore della santa Chiesa di Como.” Ed è qui che scoppia l'applauso dell'assemblea: per i comaschi è un caloroso benvenuto, per i cremaschi un sentito ringraziamento per gli undici anni vissuti insieme.
I GIOVANI, I BISOGNOSI E LE AUTORITÀ
In mattinata, alle ore 10, il vescovo Oscar aveva incontrato trecento giovani provenienti da tutta la diocesi di Como nell'auditorium del seminario. “Non chiamatemi eccellenza – aveva detto loro – ma padre. padre vescovo, perché voglio essere vostro padre, vostro fratello e vostro amico. Io vi starò vicino, ma voi non lasciatemi solo!». A mezzogiorno, presso l'Opera di don Guanella mons. Cantoni aveva incontrato le persone che vivono l'esperienza della malattia, della solitudine e dell'emarginazione con i quali ha anche pranzato.
Nel primo pomeriggio, a porta Torre, l'incontro le autorità civili. “A nome dei cittadini tutti – ha dichiarato il sindaco di Como Mario Lucini – sono lieto ed onorato di darle il benvenuto in questa città e in questa Diocesi. Direi, anzi, un bentornato nella terra in cui sono le sue radici che lei conosce bene. Siamo certi che sulle orme del suo predecessore Diego, saprà affrontare la missione episcopale con apertura e lungimiranza.”
“In questa terra Comasca – ha concluso Lucini – complessa ma anche forte, ricca di potenzialità e capacità di lavoro, di intelligenze, di umanità, di slanci, non le mancherà sostegno di quanti condividono la speranza in un mondo nuovo e fraterno.”
“Attraverso di lei – ha risposto mons. Cantoni – vorrei qui raggiungere tutti i cittadini comaschi, sia quelli originari di questa terra, sia quanti, nel corso degli anni, si sono aggiunti, provenienti da ogni parte dell'Italia e del mondo. Como è diventata una città multietnica, perciò multiculturale e multireligiosa, vorrei far pervenire a tutti il mio augurio di pace, di prosperità e di gioia. Al di là del credo religioso di ciascuno e anche degli orientamenti personali, vorrei che questo saluto fosse inteso come l'espressione della simpatia che nutro verso queste persone, essendo tutti figli amati da Dio e perciò nostri fratelli.”
Da mons. Cantoni anche il richiamo al valore di una città viva e dinamica, nelle sue molteplici articolazioni sociali, che ne costituiscono essenziale ricchezza.
LA CELEBRAZIONE IN CATTEDRALE
Dopo l'insediamento in cattedrale, prima dell'inizio della liturgia eucaristica concelebrata da venti vescovi tra i quali mons. Carlo Ghidelli e mons. Franco Manenti, i saluti della comunità comasca. Mons. Carlo Calori, a nome dell'intera diocesi, esprime “la profonda gioia di accogliere mons. Cantoni. “È la terra che ha fatto germogliare la sua fede – dice – la sua energia e il suo entusiasmo pastorale, soprattutto fra i giovani, quando, con la sua sapiente guida, sono dilagate in tutta la diocesi le scuole di preghiera.” Ricorda gli anni del seminario e l'impegno nel discernimento vocazionale, “sino a meritare il sorridente e benevolo soprannome di 'Oscar delle vocazioni'.” A mons. Oscar la Chiesa di Como dona una riproduzione della croce di Rovenna, una delle più antiche della diocesi, arricchita dalle reliquie di sant'Abbondio, patrono della diocesi.
A nome del laicato, un saluto anche da Paolo Bustaffa, presidente dell'Azione Cattolica diocesana e già direttore del Sir. Tocca poi a Matteo, a nome di tutti i ragazzi che vivono l'esperienza del Sicomoro, salutare il nuovo pastore. Infine alcuni bambini e ragazzi dell'Azione Cattolica.
Dopo i saluti, inizia la celebrazione eucaristica. Solenne e avvincente, accompagnata dallo straordinario coro della cattedrale. È la prima domenica d'Avvento, il colore liturgico è violaceo, tutti i credenti sono protesi verso il Signore che viene, lui il vero Pastore! Vengono letti brani della Parola di Dio: il Vangelo dall'alto dell'ambone che domina la navata.
Nell'omelia il vescovo Oscar saluta e ringrazia a tutti: “Abbiamo ottenuto il dono della grazia e della pace di Dio e noi dobbiamo estenderla a tutta la diocesi e anche ai fedeli della chiesa di Crema che hanno voluto ancora una volta sostenermi con tanto affetto. Grazie e pace a tutti.”
Poi sottolinea la coincidenza dell'inizio dell'Avvento: “Non è il caso se questo ingresso avviene nella prima domenica di Avvento: siamo un popolo che cammina verso il Signore che viene e fa della speranza la caratteristica del suo vivere. Non siamo chiusi nel passato, ma protesi verso il futuro, perché aspettiamo nella speranza il Signore che viene, consapevoli che il lui troveremo la pienezza di tutte le nostre attese.”
Con l'Avvento ricomincia il cammino, perché la vita cristiana – aggiunge mons. Cantoni citando Gregorio di Nissa – la vita cristiana va di inizio in inizio, attraverso inizi che non hanno fine.”
Il vescovo Oscar accenna alla storia della Chiesa comasca e ringrazia mons. Coletti, suo predecessore, presente alla celebrazione: l'assemblea sottolinea con un applauso.
“Oggi registriamo l'inizio di una nuova avventura spirituale – afferma – che non può essere solo mia, ma che coinvolge tutti, nella multiforme realtà sociale ed ecclesiale della nostra diocesi.”
Chiede – infine – di realizzare “una Chiesa sinodale che guarda con simpatia gli uomini del nostro tempo che non giudica ma accoglie, una Chiesa misericordiosa che si sa coinvolgere per aiutare i feriti della vita, per soccorrere chi è scartato dalla società, per esercitare l'ospitalità verso i migranti e i rifugiati. Una chiesa in cui i cristiani si stimano reciprocamente, realizzano l'accoglienza accogliendo la diversità.”
Si augura quindi “uno stile nuovo che generi serenità e pace, che crei fraternità nella valorizzazione di tutti. A partire da un presbitero che diventa specchio di unione fraterna. In una Chiesa così, il vescovo ha il compito di favorire e sviluppare la crescita dei carismi di ciascuno e di coordinarli per il bene di tutta la comunità, sentendosi condiscepoli, prima ancora che sposo e padre.”
Insomma, conclude, “è l'avventura cristiana che sempre ricomincia!”.
Seguono la professione di fede e le litanie dei santi con la preghiera universale. Poi la liturgia eucaristica. Innumerevole il numero delle Comunione di sacerdoti e fedeli.
Al termine il vescovo Oscar ringrazia il Santo Padre: “Che il signore mi aiuti a rispondere degnamente alla fiducia che ripone in me.” Si canta l'atto di affidamento alla B eta Vergine Maria Assunta, patrona della cattedrale di Como, come della nostra di Crema. Ed è una sorpresa: si esegue un testo composto dal vescovo Oscar e musicato appositamente per questa celebrazione.
Siamo alla conclusione: benedizione solenne, un grazie ancora al Signore e poi un'infinità di saluti e di abbracci: è il popolo cristiano che accoglie il nuovo vescovo.
Anche noi cremaschi lo salutiamo in episcopio, con un ultimo sentito grazie!