L’APPARIZIONE
A Bra il santuario della Madonna dei Fiori è doppio, uno più antico, il secondo del secolo scorso. Ricordano l’apparizione del 29 dicembre 1336, quando Maria venne in soccorso di una giovane donna incinta, di nome Egidia Mathis, aggredita da due soldati malintenzionati.
In quella fredda serata d’inverno, la giovane Egidia stava rincasando. La donna era prossima al parto. Giunta alle porte della città, volle fermarsi a rendere omaggio alla Vergine davanti a una piccola edicola a lei dedicata. Inginocchiatasi, subito due malintenzionati le furono addosso, con il proposito di usarle violenza.
La giovane si strinse al pilone, invocando a gran voce l’intervento della Vergine Maria. Mentre la morsa violenta dei due si faceva sempre più stretta, ecco compiersi il miracolo: dal cielo discese una grande luce che illuminò a giorno la selva circostante, costringendo i due soldati a una fuga precipitosa.
Nel contempo Egidia vide accanto a sé una “dignitosa matrona” che la confortava con materna premura. La “dama” però scomparve e la giovane donna restò da sola, circondata da una miracolosa fioritura del pruneto.
Lo spavento provocò il parto ed Egidia cercò di riparare il figlio dal freddo. La Signora le apparve di nuovo, la confortò, le porse alcune fasce con le quali avvolgere il bambino. Tornata a casa, Egidia raccontò tutto l’accaduto a familiari e ai compaesani i quali, recatisi sul luogo della apparizione, poterono constatare di persona la miracolosa fioritura.
L’evento prodigioso della fioritura del pruneto si ripete anche oggi, ogni anno, a partire dalla Festa dell’Immacolata (8 dicembre).
I santuari
La devozione popolare si sviluppò rapida e ben radicata e portò alla costruzione di due santuari uno accanto all’altro.
Il santuario vecchio fu edificato nel 1626, in stile barocco, ampliando l’edicola che ricordava l’apparizione. Vi è custodita la statua della Madonna dei Fiori che ogni anno, l’8 settembre, Natività di Maria, è portata in processione per le vie della città. Nel santuario vecchio è conservato anche il dipinto del pittore fiammingo Jean Claret che ritrae sempre la Madonna dei Fiori.
Il santuario nuovo venne edificato nel 1933 per accogliere i tantissimi pellegrini: si sentiva l’esigenza di un luogo più grandioso e artistico. Il 7 settembre 1933 venne benedetta la prima pietra. Domenica 3 settembre 1978, a distanza di 45 anni dalla posa, l’arcivescovo mons. Ballestrero consacrò l’altare e il nuovo santuario.
È a pianta centrale con una facciata a tempio greco e due campanili gemelli. Nella prima cappella di destra si venera la statua lignea della Madonna dello scultore Andreas Moroder di Ortisei, realizzata nel 1944.
La cupola del presbiterio è affrescata da Piero Dalle Ceste, autore anche di una grande tela dell’abside raffigurante L’apparizione della Vergine Maria a Egidia Mathis. Pregevoli tele del sei-settecento addobbano le pareti: Il Martirio di S. Stefano, L’Adorazione dei pastori, La Madonna tra San Giovanni e San Rocco rispettivamente del Molineri, del Claret e del Cairo.
Per quanto riguarda la fioritura invernale del pruneto sono state fatte numerose ricerche scientifiche senza poter dare una risposta all’evento miracoloso. Al di là dell’interesse scientifico, nel tempo la fioritura dicembrina viene accolta ogni anno dalla fede e dalla devozione popolare come un prezioso segnale della presenza di Maria nella comunità di Bra.
Le opere di Rupnik
Il grande atrio d’ingresso del santuario nuovo della Madonna dei Fiori di Bra è stato di recente abbellito da uno straordinario mosaico di Marko Rupnik e del suo Centro Aletti (ha prodotto opere per il santuario di Fatima, di Lourdes, di San Giovanni Rotondo e per la cappella Redemptoris Mater in Vaticano); del Centro anche il portale bronzeo.
L’inaugurazione di queste straordinarie opere è avvenuta il 29 dicembre 2018 da parte del vescovo di Asti, mons. Marco Prastaro.
A dare l’ispirazione alla grande composizione è la donna salvata da Maria. Il mosaico del pronao narra quindi per immagini ed episodi biblici l’umanità redenta. Al centro della scena, sopra il portale, Cristo salvatore morto sulla croce che prende per mano e salva Adamo ed Eva e in loro tutti gli uomini e le donne.
In alto a sinistra la scena di Mosè salvato dalle acque in un cesto. A destra la scena della Fuga in Egitto. In basso, a sinistra, Pietro salvato dalle acque dalla mano di Gesù. A destra san Paolo viene calato in un cesto dalle mura di Damasco per fuggire.
Le scene della parte centrale sono inserite all’interno di una grande tenda che Rupnik ha immaginato come un “riparo” per tutti noi: una tenda che si apre sul disegno di salvezza di Dio.
Due scene laterali narrano invece l’episodio dell’apparizione. A sinistra Egidia che si rivolge alla Madonna, inginocchiata davanti all’edicola di Maria con il Bambino Gesù. Di fronte, a destra, La Madonna con il bambino che assiste Egidia: “La Madonna, infatti – spiega Rupnik – non può fare questo in quanto è semplicemente la madre del Salvatore del mondo, Gesù Cristo. Allora è lui che attraverso di lei può fare del bene. Dietro la Madonna quindi è nascosto Cristo da bambino che mette una mano per bloccare il pericolo”.
Egidia è seduta con in braccio il suo bambino: alle spalle della Vergine il piccolo Gesù che allontana appunto l’aggressore. In ambedue le scene è presente il pruneto fiorito.
Tutte le scene sono inserite in un mirabile disegno a mosaico tipico dell’arte di Rupnik, con bellissime soluzioni e molti colori.
Da ultimo consideriamo il portale bronzeo, disegnato da un’artista connazionale di Rupnik, Eva Osterman, nata in Slovenia, membro del Centro Aletti.
Sono raffigurate Scene della vita della Madonna in otto riquadri. In alto, una sorta di architrave con la scena della Pentecoste. Lo stile è abbastanza interessante con un disegno semplice ed immediato.