A pochi giorni di distanza dalle segnalazioni di caos al “Maggiore” per sottoporsi al tampone, e dopo le rassicurazioni ricevute dal sindaco Stefania Bonaldi da Asst e Ats Val Padana, il consigliere comunale Emanuele Coti Zelati porta a conoscenza della grave situazione vissuta in prima persona.
“Oggi ho portato il mio primo figlio a fare il tampone all’Ospedale di Crema. Un vero mercato delle bestie. Un insulto agli utenti, agli operatori e alla Sanità Pubblica. Un vero pericolo. Ho inviato alla direzione dell’Ospedale (dott. Sfogliarini), alla direzione del’Ats Valpadana (dott. Mannino) e, al sindaco una lettera. Non escludo di dare un corso legale alla cosa, qualora le risposte siano tardive o insoddisfacenti. “Una tremenda esperienza a cui sono stato costretto, insieme a mio figlio e a decine di altre persone, questa mattina presso le strutture da voi gestite. Mio figlio ha terminato il periodo di dieci giorni di quarantena dovuti a un docente risultato positivo. Quindi, stamane, ci siamo recati a effettuare il tampone affinché possa essere riammesso a scuola e alla vita di comunità. È subito da segnalare che l’unica comunicazione è stata quella della scuola e Ats, che avrebbe dovuto contattarci, è stata completamente silente e, probabilmente, incosciente del caso”, si legge nello scritto.
TENDONE E CONFUSIONE. “Lo scenario che ci si è palesato questa mattina era il seguente – continua Coti Zelati -: un tendone con una capienza massima di trenta persone stipato da almeno una settantina di utenti in attesa, una cinquantina di persone in attesa all’esterno praticamente in mezzo alla strada, nessun tipo di indicazione su quale fosse l’iter da seguire (solo un passaparola per capire che appena all’ingresso era presente un distributore di numeri per la coda, tipo supermercato), pochi operatori oberati di lavoro e di compiti, una confusione totale e, conseguentemente, una grave insicurezza”. Non pochi i casi di utenti che si presentavano per effettuare un secondo tampone dopo il primo positivo, che venivano trattati insieme a tutti gli altri. “Nessuno a governare una situazione evidentemente caotica e quindi pericolosa. Assente il coordinamento tra Ats e Ospedale, così come lamentato dagli operatori, evidentemente provati, che non riuscivano e non potevano dare risposte sul perché si accalcavano persone senza appuntamento”.
LE DOMANDE. L’esponente de “La Sinistra”, dopo quanto accaduto di recente, chiede se non sarebbe stato impensabile, per esempio, installare un ulteriore tendone di accoglienza, raddoppiare gli operatori e garantire quindi la sicurezza loro e degli utenti. Non solo. “Come è possibile che ci sia una gestione così approssimativa e pressapochista e, conseguentemente, pericolosa? Chi ha la responsabilità di questa situazione allucinante? Già durante la prima ondata il board di Ats si è dimostrato inetto, ma che ciò si ripetesse in maniera così clamorosa anche in quest’occasione appare inaccettabile, anche in considerazione dello sforzo e dei sacrifici degli operatori, per ogni cittadino. Nella mattinata di oggi forse io, mio figlio e molte altre persone, siamo stati contagiati per un’evidente incapacità di gestione di cui voi dovete rendere conto ai cittadini”, la conclusione della missiva.