“La Via della croce è la via della felicità di seguire Cristo fino in fondo, nelle circostanze spesso drammatiche del vivere quotidiano”. A spiegarlo alle centinaia di migliaia di ragazzi riuniti, questa sera, al Parco Blonia è stato il Papa, durante la celebrazione della Via Cruicis.
La Via della croce, ha proseguito, “è la via che non teme insuccessi, emarginazioni o solitudini, perché riempie il cuore dell'uomo della pienezza di Gesù. La Via della croce è la via della vita e dello stile di Dio, che Gesù fa percorrere anche attraverso i sentieri di una società a volte divisa, ingiusta e corrotta”. E ancora: “La Via della croce è l'unica che sconfigge il peccato, il male e la morte, perché sfocia nella luce radiosa della risurrezione di Cristo, aprendo gli orizzonti della vita nuova e piena. È la Via della speranza e del futuro. Chi la percorre con generosità e con fede, dona speranza e futuro all'umanità”. “Come volete tornare questa sera alle vostre case, ai vostri luoghi di alloggio? Come volete tornare questa sera a incontrarvi con voi stessi?”, gli interrogativi finali del Papa: “A ciascuno di voi spetta rispondere alla sfida di questa domanda”.
“Dov'è Dio, se nel mondo c'è il male, se ci sono uomini affamati, assetati, senzatetto, profughi, rifugiati? Dov'è Dio, quando persone innocenti muoiono a causa della violenza, del terrorismo, delle guerre? Dov'è Dio, quando malattie spietate rompono legami di vita e di affetto? O quando i bambini vengono sfruttati, umiliati, e anch'essi soffrono a causa di gravi patologie? Dov'è Dio, di fronte all'inquietudine dei dubbiosi e degli afflitti nell'anima?”. La Via Crucis al Parco Blonia si conclude con un discorso iniziato in modo incalzante e impegnativo, in cui il Papa è sembrato dare voce alle domande emerse durante il suo pellegrinaggio silenzioso ad Auschwitz e Birkenau. “Esistono domande per le quali non ci sono risposte umane”, ha proseguito: “Possiamo solo guardare a Gesù, e domandare a Lui. E la risposta di Gesù è questa: 'Dio è in loro', Gesù è in loro, soffre in loro, profondamente identificato con ciascuno”. “Gesù stesso – ha ricordato Francesco – ha scelto di identificarsi in questi nostri fratelli e sorelle provati dal dolore e dalle angosce, accettando di percorrere la via dolorosa verso il calvario. Egli, morendo in croce, si consegna nelle mani del Padre e porta su di sé e in sé, con amore che si dona, le piaghe fisiche, morali e spirituali dell'umanità intera. Abbracciando il legno della croce, Gesù abbraccia la nudità e la fame, la sete e la solitudine, il dolore e la morte degli uomini e delle donne di tutti i tempi”.”Senza misericordia la persona non può fare niente, senza la misericordia io, tu, noi tutti non possiamo fare niente”.
Lo ha assicurato il Papa, che nel discorso con cui si è conclusa stasera la Via Crucis nel Parco Blonia ha ricordato che “ripercorrendo la Via Crucis di Gesù, abbiamo riscoperto l'importanza di conformarci a lui, mediante le 14 opere di misericordia”, che “ci aiutano ad aprirci alla misericordia di Dio, a chiedere la grazia di capire che senza misericordia la persona non può fare niente, senza la misericordia io, tu, noi tutti non possiamo fare niente”. “Guardiamo anzitutto alle sette opere di misericordia corporale”, l'esortazione di Francesco: “Dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire chi è nudo, dare alloggio ai pellegrini, visitare gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti”. “Gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente diamo”, ha detto il Papa: “Siamo chiamati a servire Gesù crocifisso in ogni persona emarginata, a toccare la sua carne benedetta in chi è escluso, ha fame, ha sete, è nudo, carcerato, ammalato, disoccupato, perseguitato, profugo, migrante. Lì troviamo il nostro Dio, lì tocchiamo il Signore. Ce l'ha detto Gesù stesso, spiegando quale sarà il 'protocollo' in base al quale saremo giudicati: ogni volta che avremo fatto questo al più piccolo dei nostri fratelli, l'avremo fatto a Lui”.
Poi il riferimento alle opere di misericordia spirituali, elencate da Francesco: “Consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti”.