Il lavoro condotto da circa due anni, frutto della collaborazione tra Radiologia Interventistica e Chirurgia Vascolare, ha suscitato grande interesse nei partecipanti al congresso CIRSE (Cardiovascular and Interventional Radiological Society of Europe), svoltosi recentemente a Barcellona. L’équipe ‘interventista’ dell’Asst di Crema, formata dai radiologi interventisti Spinazzola, Foà e Leati e dai chirurghi vascolari Boccalon e Arzini, ha ottenuto un riconoscimento molto prestigioso per aver standardizzato la procedura sul trattamento dell’endoleak dell’aorta addominale.
Il dottor Angelo Spinazzola, responsabile della Radiologia Interventistica e il dottor Luca Boccalon, responsabile della Chirurgia Endovascolare, sostengono che l’impiego di tecniche mininvasive e l’utilizzo di materiali di ultima generazione possano condurre a risultati efficaci su questo tipo di patologia, fino a ora trattata con diversi approcci ma senza uno standard preciso.
L’endoleak di tipo II è una comune complicanza dopo posizionamento di endoprotosi addominale (EVAR) per esclusione di aneurisma. È definito come un persistente flusso di sangue all’interno della sacca aneurismatica rendendo così “imperfetto” l’intervento di EVAR e aumentando il rischio di rottura dell’aorta.
La standardizzazione della procedura
La tecnica per trattare l’endoleak consiste nell’approcciare la sacca aneurismatica con puntura diretta percutanea sotto guida Dyna CT (tecnica innovativa che permette di acquisire immagini di tipo TAC direttamente sul tavolo operatorio tramite una semplice scansione fluoroscopica) e, attraverso la navigazione con microcateteri sotto guida angiografica, viene eseguita la chiusura dei vasi responsabili, grazie all’iniezione di liquido embolizzante di ultima generazione. Il trattamento determina un’efficace risoluzione del problema e consente di non avere artefatti nei successivi conttrolli con esame TAC.
“I brillanti risultati dell’équipe di interventistica – dichiara il direttore sanitario dell’Asst, dottor Roberto Sfogliarini – sono stati conseguiti grazie agli investimenti realizzati dall’ospedale in questi anni e destinati anche all’acquisto di strumentazioni top di gamma e di apparecchiature di ultima generazione, per offrire così al nostro territorio un servizio di cura di alta specialità”.
Già molti colleghi da tutta Europa hanno chiesto di poter osservare la procedura dal vivo: per questo all’Ospedale Maggiore di Crema si stanno pianificando per i prossimi mesi i corsi dedicati alla procedura nella sala angiografica.
I ringraziamenti più sentiti da parte dell’équipe interventistica vanno a tutti i colleghi, tecnici e infermieri che hanno reso possibile la realizzazione del progetto e alla direzione strategica che sostiene queste specialità in termini di tecnologia d’avanguardia e di materiali sofisticati e di ultima generazione.