GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE. L’Associazione cremasca Donne contro la violenza

Oggi, 25 novembre, è la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Venne istituita nel 1999 in ricordo del brutale assassinio del 1960 delle tre sorelle Mirabal, oppositrici della dittatura di Rafael Leònidas Trujillo in Repubblica Domenicana. Da allora la giornata è costellata da iniziative per sensibilizzare ed educare le persone, partendo soprattutto dalle nuove generazioni. Evidentemente con scarsi risultati visto che in Italia ogni anno più di 100 donne vengono uccise! Per non parlare anche del numero di vittime di molestie. Una brutalità che sfocia con l’aggressione verbale, per passare a quella fisica e poi concludersi, sempre più spesso, con un omicidio.

Si potrebbe pensare che in una cittadina con dimensioni ridotte come Crema non succedano simili episodi. Non è così. Nel 1990, per esempio, una studentessa cremasca subisce una violenta aggressione sessuale. Di fronte all’accaduto alcune donne cremasche decidono di unirsi per lottare contro la violenza maschile rivolta alla figura femminile. È così che nel 1996 viene a costituirsi l’Associazione Donne contro la Violenza. Un gruppo di sole volontarie (attualmente venti) in  continua e costante crescita e formazione. Al loro fianco operano anche figure professionali, psicologi, medici e forze dell’ordine. Solo nel 2017 si contano 80 casi. Alcuni sono volti nuovi, altri che continuano il percorso iniziato precedentemente.

Chi sono le vittime? “Bisogna sfatare il mito per cui solo le straniere sono maltrattate – afferma la presidente Chiara Canesi –. Anzi il maggior numero di vittime è di nazionalità italiana, come del resto lo è il carnefice”. La maggior parte di età tra i 25 e 40 anni. Chiedono aiuto soprattutto in concomitanza con i figli che a volte assistono ai maltrattamenti. Per quanto riguarda le straniere è la seconda generazione che inizia a denunciare e farsi aiutare. La loro difficoltà nel chiedere assistenza è aggravata maggiormente dalla cultura di appartenenza. E chi è il carnefice? “L’uomo violento non è un emarginato. L’alcool o la droga sono solo delle aggravanti – prosegue la presidente –. In realtà l’aggressore si presenta a prima vista come un principe azzurro. Fa sentire la propria vittima al centro dell’attenzione. Per questo all’inizio la donna fa fatica a riconoscere i maltrattamenti: spesso vive isolata ‘dentro la sola relazione con il proprio compagno. Ben presto l’uomo fa cadere la maschera che indossa e appare com’è realmente, ovvero come colui che fa fatica a gestire le emozioni”. L’escalation è poi rapida: dalle offese alla violenza trasversale, che avviene in tutti i ceti sociali.

L’associazione si occupa di vittime di violenza domestica: fisica, psicologica (critiche, insulti, umiliazioni), economica (no indipendenza), sessuale e assistita (subita indirettamente, è rivolta agli individui della famiglia). Il percorso di aiuto comprende uno spazio personale ed è articolato in ascolto e invio ai servizi specifici. “Ci vuole tempo e coraggio per denunciare il proprio compagno di vita”, spiega la Canesi. Però, una volta che la vittima riesce a chiedere aiuto, può chiamare il numero dell’associazione al quale è attivo l’ascolto telefonico. Una segreteria disponibile 24h/24h per esporre la situazione vissuta (0373.80999).

Chi invece volesse informarsi di persona può recarsi allo sportello dove un’operatrice è sempre disponibile. Da qui, se la vittima decide di continuare il percorso, viene fissato un colloquio di un’ora circa durante il quale viene esposto il problema e si chiariscono i particolari della relazione ‘malata’. Il tutto avviene in anonimato, rispettando la privacy. Per chi volesse è possibile confrontarsi con altre donne grazie al servizio Gruppo di mutuo aiuto, attivo da quattro anni e presente una volta al mese. Viene offerta anche l’opportunità di usufruire consulenze legali, a disposizione un’équipe di avvocatesse. Durante l’anno l’associazione partecipa e organizza numerosi eventi per sensibilizzare l’opinione pubblica. Vengono realizzati anche progetti per le scuole e i Comuni di Crema e del Cremasco. Si tratta di momenti di ascolto, incontri basati sulla visione di film, laboratori. “La violenza sulle donne non riguarda solo la società moderna, in realtà la figura femminile è presa di mira da tempo”, afferma la presidente.