Una giornata fredda e soleggiata ha fatto da prologo all’evento di natura culturale dedicato agli appassionati del collezionismo. La sala “Frate Agostino da Crema” del Museo Civico di Crema, sabato 20 gennaio ha accolto la conferenza dal titolo: ”La posta Militare, Prigionia, Croce Rossa Italiana, tra le due guerre mondiali”. Un’iniziativa resa possibile dalle associazioni culturali locali de l’”Araldo” e del “Touring Club Crema”.
L’introduzione
Anna Maria Messaggi, Console del Touring Club di Crema, ha ringraziato il pubblico intervenuto, sottolineando la stretta collaborazione con gli amici del gruppo l’Araldo ed ha comunicato che quest’anno ricorre il 130esimo anno di fondazione del “Touring Club Italiano”. Mario Cassi, Presidente de l’Araldo, ha introdotto il relatore Loris Maneffa nella sua veste di collezionista, studioso di storia militare e collaboratore de l’Araldo.
I contenuti
L’evento ha avuto inizio con la proiezione di slide ed altre immagini volte a porre in risalto le peculiarità della posta militare, quali la cartolina postale italiana ed il Regio Esercito Italiano; la cartolina postale italiana in franchigia; la posta militare austro-ungarica; l’annullo postale della posta italiana; la cartolina raffigurante le donne italiane al lavoro nello smistamento della posta (che ha dato origine all’emancipazione femminile nel mondo del lavoro); l’ufficio postale militare italiano risalente al primo conflitto mondiale (1916); la trincea italiana del 1917 e la conseguente disfatta di Caporetto; la posta militare per l’Africa Orientale nel 1936. Nel corso del secondo conflitto bellico prendono vita e forma le cartoline a colori: cartoline dedicate ai Carabinieri Reali e cartoline postali delle forze armate con annesse timbrature di censura. Nel 1942, nella posta per via aerea, il nome del mittente è posto sul retro e scritto a mano. Nel Natale del medesimo anno, la posta per le forze armate assunse la forma di propaganda finalizzata a tenere saldi i rapporti dei soldati con famiglie d’appartenenza.
Il relatore
Loris Maneffa, relazionandosi con il pubblico, ha introdotto le origini della posta militare, risalenti al 1915 nonché la sua rilevanza, volta a tenere unita l’Italia, in maniera completamente gratuita. Nella posta militare sono comprese le strutture ospedaliere, ed all’epoca tale servizio veniva gestito dalla Croce Rossa. Nel corso del dibattito Cassi ha posto alcune domande al relatore, in merito al funzionamento della posta militare nei campi di prigionia nonché delucidazioni in merito alle lettere più ricercate a livello collezionistico. La posta militare, nei campi di prigionia, si configurava con lettere e telegrammi, ove veniva indicato il nome del campo; veniva consegnata una volta alla settimana ed il militare era tenuto a scrivere frasi obbligatorie in merito alle proprie condizioni di salute ed ai trattamenti personali. Gli italiani mostrarono una scarsa propensione all’invio della posta militare poiché quest’ultima veniva censurata. Nella seconda guerra mondiale si denota una migliore preparazione a livello postale poiché vennero attivati gli uffici postali ed era altresì ammessa la posta aerea affrancata; gli uffici postali cambiarono denominazione in uffici postali di concentramento. A livello collezionistico, le lettere più ricercate, degne di maggiore considerazione ed interesse, vengono attribuite ai campi di concentramento italiani, risalenti al secondo conflitto mondiale.