Una parrocchia di strada. Senza strutture, perché la struttura è fatta dal contagio della bontà. È un’idea di don Luciano. Ha allestito ad hoc la sua vettura con un cartello ben visibile: “Puoi fermarti x 4 parole con il parroco della parrocchia di strada”. Posteggia nelle varie piazze della città e risponde alle domande di chi lo avvicina, li ascolta e dà consigli a coloro che ne hanno bisogno.
L’idea nasce quando don Luciano non più una parrocchia
“Il tutto è partito – ci racconta – quando, a 75 anni, il Vescovo mi ha tolto dalla parrocchia. Allora nel mio cuore Gesù mi ha detto: ‘Luciano ti faccio parroco io, ti faccio parroco della parrocchia di strada’. Ero nella situazione di chi perde moglie e figli, senza più nulla. E devo dire che è stato il regalo più bello che Gesù mi ha fatto, perché ho ritrovato la parrocchia, ossia la vicinanza con le persone. Il Signore mi ha messo ancora in contatto con tutti, con tutte le età. Con mia grande meraviglia anche giovani e signorine si fermano a parlarmi e ad ascoltarmi. Ma anche persone di altre religioni, di opinioni diverse, musulmani, atei. Si sono fermati e complimentati per la presenza di un prete in strada.”
E tu cosa fai in concreto?
“Ho attrezzato la macchina con la scritta: ‘Se vuoi puoi fare quattro parole con il parroco della strada’. E: ‘Amare il prossimo con l’amore di Gesù’.
In cosa consiste questo amore? Consiste nell’accettare ogni persona come è, dandole delle risposte il più possibile concrete. Questo dovrebbe diventare anche lo stile di noi cristiani.
Al proposito, io porto nel mio cuore un sogno: scoprire con i giovani come essere operatori shalom, di pace in strada. Questo va fatto vivendo e portando ascolto, bontà, diffondendo il sorriso. Una persona mi ha detto: ‘Sono tornata per ringraziarti del tuo sorriso’. La gente ha bisogno di umanità, di sentirsi accolta, accettata. Un’altra persona, con la quale ho parlato molto tempo, mi ha detto: ‘Se ti avessi incontrato da giovane, oggi non sarei atea’.
Io personalmente sono presente tutte le sere al santuario del Pilastrello. In più, al martedì sera, possono venire anche dei gruppi, per parlare insieme, per cercare la strada di come essere operatori di pace con le persone che sono sulla strada.”
Hai detto che vengono anche i giovani. Cosa di domandano?
“Alcuni parlano di problemi affettivi: ‘Come faccio a decidere o valutare se è la mia ragazza o il mio ragazzo?’ Con i musulmani abbiamo parlato di più su problemi della fede e del credere, sottolineando anche le diversità tra cristiani e musulmani.
Anche i giovani mi fanno domande sulla fede, ma sono interessati di più al significato della vita. Sono in una fase di ricerca. Hanno il desiderio di scoprire se stessi di scoprire il loro futuro, il meglio di sé. La sottolineatura di molti è: ‘Sì, io voglio bene a Gesù, io prego Gesù, però a Messa non ci vado’. E sono molto critici sulla Chiesa istituzionale: si lamentano per la sua non elasticità.”
Uniti nel dono
Vuoi sostenere gli oltre 32.00 sacerdoti che in Italia si dedicano a tutti noi e alle comunità, di cui don Luciano è un esempio? Leggi come fare sul sito di Uniti nel dono.