In occasione del centenario della morte di Giacomo Puccini (29.11.1924), domenica 8 dicembre, Solennità dell’Immacolata, il maestro Angelo Bolciaghi propone ai cremaschi l’esecuzione, in forma di concerto, dell’opera Suor Angelica del grande compositore. L’evento si svolgerà presso l’auditorium Manenti – chiesa di San Bernardino alle ore 17.
Sponsor la BCC Cremasca e Mantovana. Lo studio legale dell’avv. Laura Moruzzi ha offerto un sostegno.
L’esecuzione dell’opera viene proposta in versione di concerto, diretto dallo stesso Bolciaghi. La durata è di circa un’ora e 5 minuti, preceduta da una prolusione di 10 minuti.
Il numero degli esecutori coinvolti (compreso il coro) è di circa 40 persone. Tutti i personaggi sono femminili. Le parti delle “suorine” sono sostenute da un ensemble di ragazze che hanno fatto parte del coro di voci bianche della Scala e ora formano un proprio complesso. L’ensemble da Camera è composto da strumentisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala.
Nella scena finale (quella del miracolo) Puccini inserisce un coro misto. Al proposito è stato coinvolto il Coro Monteverdi diretto da Bruno Gini.
L’ingresso è libero sino all’esaurimento dei posti. Prenotazione (suggerita) al numero 340.7548112.
La trama
Suor Angelica è una vicenda con forti implicazioni religiose, morali, umane ed emotive. Un’occasione per sviluppare un sentimento che induce misericordia, amore, compassione, devozione religiosa e rispetto degli altri esseri viventi.
L’azione si svolge in un monastero nei pressi di Siena, la Pieve di Santa Maria Assunta a Cellole, verso la fine del XVII secolo.
Suor Angelica, proveniente da una famiglia aristocratica, ha da sette anni abbracciato forzatamente la vita monastica per espiare un peccato d’amore nel quale è nato un bimbo che le è stato portato via subito dopo la nascita e di cui non sa più nulla.
L’attesa sembra finalmente terminata: nel parlatorio del monastero Angelica è attesa a colloquio dalla zia principessa. La vecchia signora non è venuta a concederle il bramato perdono, ma chiederle di rinunciare alla sua quota del patrimonio familiare.
Angelica chiede con insistenza notizie del bambino. Con implacabile freddezza la zia le annuncia che il bambino è morto da oltre due anni, per una grave malattia. Straziata, la madre cade a terra in un pianto disperato. La zia, ottenuta la firma, se ne va.
Nell’animo di suor Angelica si fa strada l’idea di raggiungere il bambino nella morte per unirsi a lui per sempre. Si reca nell’orto del monastero, raccoglie alcune erbe velenose e con esse prepara una bevanda mortale. Dopo aver bevuto pochi sorsi del veleno, è assalita da un angoscioso terrore: conscia di essere caduta in peccato mortale, si rivolge alla Vergine chiedendole un segno di grazia. E avviene il miracolo: la Madonna appare e, con gesto materno, sospinge il bambino fra le braccia protese della morente. Suor Angelica cade riversa dolcemente ed esala l’ultimo respiro.
Parola al maestro Bolciaghi: il significato dell’opera
Chiediamo al maestro Bolciaghi il motivo della bella iniziativa. “Per omaggiare il centenario di Puccini – dice – e perché è un lavoro che mi ha sempre commosso. Ed ero incuriosito dal fatto che delle tre opere del cosiddetto ‘trittico’ questa fosse la preferita dallo stesso autore.
Puccini aveva una sorella badessa in un convento di clausura e aveva ottenuto un permesso speciale per visitare il monastero, in occasione della composizione dell’opera.
Nella prima parte, funzionale al dramma successivo, vediamo l’esaltazione delle piccole cose e mi ha colpito il fatto che tutte le suore dicano ad Angelica, quando viene annunciata la visita della zia: ‘O sorella in amore aspettiamo che la visita sia per te’.
E il fatto che la Madonna faccia vedere il figlio alla mamma-suora è il superamento delle rigidità umane e diventa un simbolo universale. Alla fine infatti un coro di angeli si rivolge a Maria e le dice: ‘Tu che hai generato carne, tu che hai allattato tuo figlio, dà un segno di grazia ad Angelica, da madre a madre.’ Qui la musica si trasforma in un capolavoro e la Madonna le concede, appunto, di vedere il figlio.
Eseguire questa opera il giorno dell’Immacolata è sicuramente un messaggio forte. Oltre ai diversi riferimenti alla Vergine contenuti nell’opera, il legame è ancor più sottolineato alla fine, quando il coro intona O gloriosa Virginum che è un inno mariano tratto dalla Liturgia delle ore in onore di Maria Immacolata.”
E che dici di Puccini?
“Fa parte del patrimonio italiano e mondiale dell’opera lirica, dichiarata dall’Unesco patrimonio universale dell’umanità. Opera lirica iniziata con l’Orfeo del nostro Monteverdi. L’opera può coinvolgere anche i giovani: è uno spettacolo multimediale, si canta, si balla, si recita, ci sono i costumi. È una spettacolo multi-emozionale e ai giovani piace. E quello di Puccini è un linguaggio che resta moderno.”