Piuttosto partecipata – stamane alle ore 10 – la santa Messa presieduta dal vescovo Daniele (e concelebrata da diversi altri sacerdoti della diocesi) al cimitero Maggiore in suffragio dei Caduti e dispersi di tutte le guerre. Poco prima della funzione, le associazioni combattentistiche e d’arma, convocate dal Comitato di coordinamento presieduto da Fabiano Gerevini, molto numerose si sono ritrovate all’ingresso del camposanto per giungere alla cappella del cimitero percorrendo il viale centrale con labari e stendardi. Tra le autorità schierate di fronte all’altare i vertici di tutte le Forze dell’Ordine e l’amministrazione comunale con il sindaco Fabio Bergamaschi e l’assessore alla Cultura e Politiche giovanili Giorgio Cardile.
“Speranza che non delude”
Nella breve omelia, monsignor Gianotti ha riflettuto sulla “speranza che non delude”, riprendendo le parole della seconda lettura, la Lettera ai Romani. Un’esortazione che ha utilizzato anche papa Francesco per il Giubileo 2025. “Questa frase è un invito al servizio del bene comune. Qualche volta dubitiamo delle speranze della nostra vita, abbiamo il timore che siano disilluse, anche amaramente. Ma Paolo ci dice che la speranza non delude mai”, ha esordito il Vescovo. San Paolo parla di speranza per il bene dell’uomo, la speranza che l’uomo non sia eternamente dannato dal male, che il male non sia la parola più forte nella sua vita. “Colui che rende possibile ciò è Dio: il suo amore – ha detto monsignor Gianotti – è stato riversato nei nostri cuori per mezzo di Gesù Cristo. Questa è una via di speranza sicura, l’amore di Dio è più forte della malvagità e della morte”.
Non sia vano il sacrificio
Tale certezza sostiene, dunque, anche le nostre speranze di quaggiù, forse limitate, “ma possiamo sperare ci siano un po’ di giustizia, libertà, pace e uguaglianza per tutti”. Sua eccellenza ha concluso invitando a sperare che il nostro agire quotidiano “sia per il bene nostro e di tutti”, che non sia vana questa nostra speranza e che non sia stata vana neppure quella di chi ci ha preceduto lavorando per questi ideali. Riferendosi ai Caduti e dispersi, che “che non sia stato vano il dono della loro vita”.
L’intervento del sindaco
Insieme alle deposizioni delle corone d’alloro e ai riti della cerimonia, l’intervento del sindaco. “Celebriamo oggi la memoria di coloro che, con il sacrificio della loro stessa vita, ci hanno consegnato una patria italiana e una patria europea prospera, perché libera e in pace. La loro dedizione è testimonianza incancellabile di un impegno supremo ed eterno, volto a preservare ciò che di più sacro e prezioso possediamo: la libertà, elemento imprescindibile per una pace autentica, nonché di ogni altra condizione idonea a garantire un autentico benessere dei popoli. Di ciò che non possiamo non sperare per ogni popolo”, ha dichiarato Bergamaschi. Le guerre che si combattono oggi nel mondo, alcune persino ai confini europei, non sono tragedie lontane: “Ci interrogano sulla fragilità delle conquiste democratiche e sui valori che dovrebbero unirci come comunità nazionale e internazionale. Di fronte a questa recrudescenza della violenza occorre una risposta collettiva che abbia la forza di costruire un futuro di pace e stabilità. Il nostro Paese, custode di un’eredità costituzionale che ripudia la guerra, deve rispondere all’appello della Storia con chiarezza e determinazione”.
L’esempio e l’ordine democratico
“Oggi, commemorando i nostri Caduti, non celebriamo soltanto il loro sacrificio: riflettiamo su ciò che ci impongono come esempio, su quanto ognuno di loro ci chiederebbe se potesse parlare oggi. Ovvero, con ogni probabilità, di rifiutare la rassegnazione, di non cedere alla logica del conflitto, ma di lavorare costantemente per il dialogo e la giustizia – ha proseguito il primo cittadino –. Come comunità di cittadini, come istituzioni pubbliche, abbiamo il compito di costruire un futuro in cui le risorse vengono investite nello sviluppo umano, nella formazione delle nuove generazioni, nella protezione dell’ambiente, nella sicurezza sociale. E certo, anche nella difesa. Ma nella difesa di questo paradigma, di questo ordine democratico”. Conclusione riservata alla libertà e alla pace, valori costitutivi della democrazia. “Ed è proprio partendo dal livello locale, dalle città e dai Comuni, che possiamo costruire le fondamenta di una società più unita e resistente alle minacce che oggi mettono alla prova la nostra Europa e il nostro Paese. Oggi onoriamo i Caduti e i dispersi delle guerre di ogni tempo con uno sguardo al futuro, perché il loro sacrificio non resti relegato alla commemorazione, ma ispiri la nostra azione”.