I Mondi di carta. Continuo di Roberto Barni

È in pieno svolgimento la kermesse I Mondi di carta apertasi ufficialmente sabato 5 ottobre con l’inaugurazione della statua Continuo di Roberto Barni, in piazza Duomo. Il presidente del Festival enrico Tupone, prima dello svelamento del monumento, ha ricordato il tema dell’edizione di quest’anno A che gioco giochiamo?, una frase dalle mille sfaccettature: infantili e ludiche se pronunciate da bambini, pericolosamente diverse se menzionati da adulti, quasi come sfida, senza dimenticare le prospettive che il gioco può assumere da adulti quando diviene una vera malattia.

Le parole delle autorità

Anche il sindaco Fabio Bergamaschi e l’assessore alla Cultura Giorgio Cardile hanno espresso gratitudine per il lavoro svolto dai volontari de I Mondi di Carta che, da 12 anni, nel mese di ottobre donano alla città appuntamenti gastronomici e culturali di altissimo livello, contribuendo a mantenere vivace l’attività della nostra città, mai domita.

Quindi tra un’esibizione e l’altra della banda  G. Verdi di Ombrino-Crema splendidamente diretta da Eva Patrini e dopo il doveroso ricordo degli amici  Antonio Zaninelli e Luigi Magni, è stato dato il via alla presentazione della statua Continuo, dalla quale è stato tolto il telo che la nascondeva. Compiaciuto colpo d’occhi davanti a questo monumento che tutti potranno ammirare nel suo equilibrio e significato fino a domenica 20 ottobre.

L’opera

L’opera Continuo (bronzo, 1999) presenta due uomini privi di tratti somatici ben definiti, vestiti in giacca e cravatta, ai lati di una scala a pioli simile a un famoso gioco per bambini presente in tutti i parchi. Le due figure, simbolo di tutti gli uomini e donne del mondo, sono imprigionate in una “non azione” per evitare di cadere. La scultura trasmette perfettamente un sentimento di costrizione nel dover ripetere un atto infinito senza apparente successo, ma anche un senso di ilarità per la somiglianza con il dondolo. Continuo diventa quindi immagine della continua ricerca di equilibrio all’interno delle nostre giornate frenetiche. Quante volte ci siamo sentiti come queste due figure nella ricerca di far quadrare tutto? Barni però indica anche la soluzione: il gioco, capace di alleggerire la vita.

Lo scultore

Roberto Barni nasce a Pistoia nel 1929. Vive e lavora a Firenze. Sia pittore che scultore, inizia la sua carriera negli anni Cinquanta realizzando quadri astratti con materiali diversi, tra cui spiccano legno e carta di giornali. Nel 1964 entra nel gruppo chiamato Scuola di Pistoia che raggruppava quattro artisti attivi nel capoluogo toscano influenzati dal movimento della Pop Art. Negli anni Settanta l’artista se ne staccherà per prediligere opere che parlano della condizione antropica usando dei prototipi di uomini svuotati da qualsiasi sentimento e molto spesso obbligati in un loop continuo.
Le sue opere sono conservate in importanti musei nazionali e internazionali tra cui il Queens Museum (New York), la Galleria degli Uffizi (Firenze), la Galleria d’Arte Moderna (Bologna) e il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (Prato).