Itinerari dello Spirito/5. A Sanremo il santuario della Madonna della Costa

A Sanremo c’è un santuario posto in un punto panoramico mozzafiato, a 107 metri sopra la città, in passato punto di riferimento per i naviganti. Per tale motivo è detto Madonna della Costa, anche se è dedicata alla Vergine Assunta. In più, il rettore è un prete cremasco, don Pietro Valdameri.

La visita

Il sacro tempio si raggiunge con una rampa che dà accesso al sagrato: ambedue con una pavimentazione artistica a mosaico di ciottoli. Salendo troviamo quattro steli con angioletti.
Il santuario è di stile barocco, caratterizzato da linee mosse e da infinite decorazioni, popolato da angeli e santi per richiamare il paradiso e la sua bellezza. Paradiso di cui la chiesa e le celebrazioni sacre sono un’anticipazione.
La facciata è su due ordini divisi da architravi sorrette da due lesene per parte: in alto il frontone è curvilineo, affiancato da due piccoli campanili. Nel primo ordine si apre il portale d’ingresso, con un frontone ad arco spezzato all’interno del quale si trova una nicchia con la statua dell’Assunta. Il tutto retto da due colonne corinzie. Ai lati del portale, i rilievi marmorei di San Siro e di San Romolo. Nell’ordine superiore un grande spazio a forma di cuore, riccamente incorniciato con la scritta Sanctuarium.

L’interno

L’interno è maestoso con pianta a croce. I due bracci, poco profondi, formano due cappelle: al centro s’innalza la grande cupola, su alto tamburo, circolare all’interno e ottagonale all’esterno, con ampie finestre. Sul fondo il presbiterio con l’altare e l’immagine de La Madonna della Costa.
Sopra l’ingresso si trova, con un’ampia balaustrata, l’organo di Antonio Buzzoni del 1839. La cassa è settecentesca.
L’intera aula e il presbiterio sono caratterizzati da una trabeazione che sostiene le volte e percorre l’intera chiesa; sotto di essa ampie nicchie, contenenti per la maggior parte statue di profeti, che indicano come Maria e Cristo suo Figlio siano stati il coronamento di tutte le speranze del Vecchio Testamento. In aggiunta alcune belle tele.
Le statue sono per la maggior parte dello scultore genovese Antonio Maragliano (1664-1741) o della scuola, altri autori verranno indicati ogni volta.
Procedendo nella visita in senso anti orario troviamo, a destra: le statue lignee di Malachia e Isaia: tra di esse la tela de La Decollazione del Battista di Giulio Cesare Procaccini (1574-1625).
Sull’angolo della pianta a croce la statua in gesso di Giuditta e, nella cappella, sempre in gesso, Mosè, ambedue opere di Filippo Ghersi; procedendo, Ester, di autore ignoto, ed Ezechiele, di Domenico Carli, sull’altro angolo.
Nella cappella un altare con una tela raffigurante La Visita di Maria a S. Elisabetta attribuita a B. Guidobono (1654-1709). Sopra l’altare l’affresco di un Santo in gloria; di fianco La Mater dolorosa, opera lignea del ‘500.

La cupola

Passiamo davanti al presbiterio e alziamo lo sguardo verso la bellissima cupola, luogo che indica il paradiso: sul tamburo sono affrescati Gli Apostoli tra le finestre. Nella volta Angeli di tutti i tipi. Nelle quattro vele Gli Evangelisti (San Luca è raffigurato nell’atto di dipingere una Madonna secondo un’antica leggenda), perché in cielo si arriva grazie al Vangelo.
Nella parte sinistra del santuario troviamo lo stesso impianto: nel transetto un altare in marmo, sovrastato dal pregevole Crocifisso realizzato da Gaetano Solaro. Sopra l’altare un affresco di Cristo risorto d’ignoto autore.
Anche da questa parte sono poste quattro grandi statue in gesso raffiguranti Mosè (nell’angolo), Giuditta e San Paolo: le prime di Filippo Ghersi e la terza di ignoto; nell’altro angolo, Ester di Domenico Carli. Nella parete sinistra, Davide e Il Profeta Geremia. Tra i due la tela de L’Apparizione della Vergine a san Giacinto del Sarzana (1589-1669).

Il presbiterio

Grandioso l’altare con la mensa in marmi policromi e un’alzata caratterizzata da quattro colonne tortili che sostengono una trabeazione. Al centro, la nicchia della Madonna: uno stupendo gruppo ligneo del 1735, formato dai santi Giuseppe, Gioacchino e Anna con numerosi Angeli, sostiene, all’interno di un ovale raggiato con angioletti, l’immagine de La Madonna della Costa, dipinta su tavola da Niccolò da Voltri (1386-1417) e datata 1401. La tradizione l’ha voluta attribuire a san Luca. Sull’aureola che circonda il capo della Madonna è riportata la scritta Ave Maria Virgo et Mater Dei.
Nelle altre due nicchie dell’alzata dell’altare le statue lignee di San Giovanni Evangelista (a destra) e San Giovanni Evangelista (a sinistra). Sulla parete destra del presbiterio la tela Gli Apostoli alla tomba di Maria di Giacomo Boni (1688-1766), affiancata dalla statua di Santa Elisabetta. Sulla parete sinistra la tela di Maria Assunta con Giacomo e Filippo di Antonio Odazzi (1663-1731), affiancata dalla statua di Zaccaria. Nella volta l’affresco de L’Assunzione di Maria di Giacomo Boni.