Itinerari dello Spirito/2. L’Oratorio della Beata Vergine Assunta di Calvenzano

oratorio

L’Oratorio della Beata Vergine Assunta di Calvenzano, meglio conosciuto come “Santuario della Madonna dei Campi”, è un gioiello dell’arte barocca ed è stato definito “la cappella sistina” del pittore cremasco Tomaso Pombioli, detto il “Conciabracci”.
L’esterno è in parte in mattone a vista, con un portico anteriore a tre campate, con quattro pilastri in cotto che sorreggono tre volte a crociera. È molto alto e copre praticamente la facciata terminante a timpano. Le sue volte sono dipinte con Il Giudizio Universale: nelle vele sono rappresentati specularmente L’Inferno e Il Paradiso e negli spicchi vari angeli. Nelle tre lunette sopra l’ingresso, I santi Pietro e Paolo (a cui è dedicata la parrocchiale di Calvenzano), La Madonna Assunta e, nella terza, una Martire con un Santo Vescovo. Un complesso pittorico probabilmente risalente a una data di poco anteriore alla visita pastorale del 1641 in cui s’informa che l’atrio è affrescato.
Dietro la chiesetta, un campanile, anch’esso in cotto, a base quadrata e cuspide a pigna.
L’ingresso è costituito da una sola porta sulla facciata, con cimasa in cotto, e da un’altra laterale. L’interno è a una sola navata di due campate segnate da lesene e arco, con volte a crociera. Sul fondo, l’arco trionfale e il presbiterio, anch’esso, con volta a crociera. Il tutto interamente dipinto dal Pombioli, che operò a Calvenzano nel 1623 realizzando un ciclo fra i più complessi della sua carriera artistica.

La Sistina di Pombioli

Veniamo al ciclo di Tomaso Pombioli da Crema (1579-post 1636) che qui dà la più alta prova della sua arte. La firma del ciclo pittorico la troviamo in un cartiglio, sorretto da un angelo, nella seconda campata di sinistra, sopra la porta d’ingresso laterale.
Gli affreschi sono organizzati in questo modo: sulla parete gli episodi della Vita di Maria, sotto ciascuno dei quali un cartiglio descrive il contenuto in lingua volgare; sopra, una cornice dipinta con festoni e volti di angioletti alati al centro; nell’arcata, una grande finestra affiancata in ambo i lati da angeli e profeti. Tra una campata e l’altra le lesene sono dipinte con Sante. Nel soffitto a crociere, Angeli musicanti e cantori.
Il percorso prende il via dalla parte destra del presbiterio. Troviamo innanzitutto, dopo l’immagine de La Madonna con bambino di autore precedente, l’immagine di Santa Apollonia che sorregge una tenaglia con un dente, poi Il Sacrificio di Gioacchino al tempio. Sopra, nell’arcata due Angeli. Nella lesena dell’arco trionfale, un Angelo con in mano una fontana (Maria “fonte sigillata”) e due gigli.

La prima e la seconda campata

Segue la prima campata con le tre immagini descritte dai sottostanti cartigli:
– Gioacchino dall’angelo viene certificato del parto di Maria;
– Per segno di tal prole incontra Anna a Porta Aurea in Gerusalemme;
– Partorisce Anna con stupore e allegrezza grande di Maria. Nell’arcata Mosè e Geremia.
Nella lesena, che divide le due campate, S. Lucia con il piatto dove sono deposti gli occhi. Sopra, nell’arcata La Sibilla europea.
La seconda campata vediamo:
– In età di tre anni viene presentata Maria al sacro tempio;
– Si dà per sposa la gloriosa Vergine Maria a santo Giuseppe;
– È annunziata la santissima Vergine dall’archangelo Gabriele.
Nell’arcata, i profeti Gioele ed Eliseo.
E arriviamo alla controfacciata con una Strage degli innocenti di forte impatto emotivo per la drammaticità nella scena. È dipinta nella grande arcata, accompagnata dalla scritta Iniquo re, che fai? Perché Cristo non viva la morte a mille dai.
Sotto, due riquadri votivi (sopra le porte laterali) dove è raffigurata l’Assunta che appare in ambiente agricolo, a destra, a due uomini inginocchiati, a sinistra a un uomo solo. Potrebbero essere i committenti degli affreschi.

Gli altri dipinti

Al centro La testa di Giovanni Battista, in un bell’apparato ornamentale, a ricordare la continuità della efferata uccisione di innocenti, tra il padre Erode il Grande e il figlio Erode Antipa.
La prima parete sinistra continua il racconto mariano. Nella lunetta, Isaia e Daniele. E nella successiva lesena che separa le due campate, Sant’Agata che ai cui piedi è posizionato un piatto con i due seni. Sopra, nell’arcata, La Sibilla eritrea.
La seconda campata presenta soltanto due scene (al centro, sopra la porta, il citato cartiglio della firma):
– Si circoncide, nato d’otto giorni, l’istesso santo Bambino;
– Vengon con regii doni sin dall’oriente li Magi ad adorarlo.
E arriviamo ancora al presbiterio (sulla lesena dell’arco trionfale un Angelo) per trovare, un altro Angelo e due scene:
– La presentazione di Gesù al tempio;
– La Fuga in Egitto.
Resta da vedere l’arco trionfale, con due angeli sui piedritti: sopra la trabeazione, alle basi dell’arco La Sibilla delphica a sinistra e un’altra Sibilla (con il nome cancellato). Nella chiave, alcuni angeli.

Altri autori

Dipinti non del Pombioli sono pochi nel santuario di Calvenzano. Innanzitutto la volta del presbiterio con I Quattro Evangelisti, degli ultimi anni del ‘500. Periodo anche della bella pala d’altare con La Vergine Assunta.
Interessante, infine, Il Padre Eterno sopra la pala d’altare, di cui già s’è detto. Di fianco all’Assunta due finte statue: a destra La Fede, a sinistra La Prosperità agricola.
Troviamo inoltre, sulla parete destra del presbiterio, una Madonna del Latte anch’essa anteriore agli affreschi del Pombioli. Sotto la scritta (quasi illeggibile): La S. Vergine dal cui purissimo latte volle essere nutrito il sommo Re del cielo.