Festa della Repubblica, valori da difendere e promuovere

La cerimonia presso la Colonna Votiva di piazzale Rimembranze

Dopo la consegna della Costituzione ai nei maggiorenni da parte del sindaco Fabio Bergamaschi, oggi 2 Giugno, è Festa della Repubblica. Come da tradizione Crema ha vissuto i momenti celebrativi istituzionali con la deposizione di una corona d’alloro presso la Colonna Votiva di piazzale Rimembranze. Poi il corteo fino alla lapide sotto i “voltoni” del Comune, dove s’è tenuta la seconda deposizione, con l’intervento delle autorità. Insieme alle associazioni combattentistiche e d’arma al completo, ai festeggiamenti c’erano il sindaco Bergamaschi, la vicesindaco Cinzia Fontana e alcuni assessori della Giunta. Inoltre il presidente della Provincia di Cremona Mirko Signoroni e i consiglieri regionali del territorio Matteo Piloni e Riccardo Vitari. Diversi i cittadini che hanno seguito il corteo fino in piazza.

Svolta fondamentale

“Ci ritroviamo oggi nei luoghi che le generazioni di cremaschi che ci hanno preceduti hanno inteso dedicare alla memoria nazionale, per celebrare la nascita della Repubblica, un evento che ha segnato una svolta fondamentale nella storia del nostro Paese”. Il 2 giugno 1946, settantotto anni fa, il popolo italiano, attraverso un referendum istituzionale, tracciò una rotta e plasmò il proprio futuro, dando vita alla Repubblica italiana. “Fu un passaggio che segnò il ritorno alla democrazia. Rifiorita nella sua forma più piena dopo aver subìto il calpestamento mirato, violento e prolungato della dittatura fascista. Suffragio universale maschile e femminile, affluenza dell’89%: la Repubblica nacque forte, fiera, radiosa e carica di speranza”, ha detto il primo cittadino.

Richiamo collettivo

L’evento storico rappresenta un richiamo alla responsabilità collettiva. “E così questa stessa nostra celebrazione della Festa della Repubblica deve essere occasione per riflettere su quanto sia importante la nostra democrazia. E quanto sia necessario proteggerla, promuoverla e valorizzarla ogni giorno. E domandarci se lo stiamo facendo abbastanza. Se siamo degni dell’eredità consegnataci – ha proseguito Bergamaschi -. In questi tempi nello scenario internazionale assistiamo a un incremento delle azioni coordinate di regimi autoritari che minacciano la stabilità globale. Nonché la stessa idea della primazia democratica quale modello sociale più avanzato cui tendere”.

Valori imprescindibili         

Non siamo, dunque, al riparo dai tentativi di infiltrazione di tale pensiero. Questi regimi, attraverso la propaganda e la manipolazione culturale, “cercano di minare i principi delle democrazie liberali. E talvolta mi domando se gli anticorpi del nostro sistema sociale siano sufficientemente preparati per respingere l’assalto. Mi piace pensare che la nostra Repubblica sia fondata su valori forti e duraturi, che ci permettono di affrontare queste sfide con coscienza e determinazione. Celebrare la Festa della Repubblica significa quindi riconoscere il valore di vivere in una società libera, aperta, solidale e inclusiva, come delineato dai nostri padri e madri costituenti”, ha insistito.

Prendersi cura della Repubblica, interpretare la Costituzione, significa anche impegnarsi ogni giorno nel proprio ruolo, a servizio non solo della realizzazione personale, ma del bene comune e del corretto funzionamento del sistema-Paese. “Un sindaco gode di una visione privilegiata: vede l’entusiasmo dei bambini quando indossano una copia della fascia tricolore nell’aula del Consiglio o quando vi fanno visita, imparando che quella stanza è la casa comune dei cittadini. Stringe le mani di persone di origine straniera, conosce ogni giorno la straordinaria ricchezza di talento, ingegno, generosità e altruismo che caratterizza la nostra comunità”.

Appassionante responsabilità

Alla vigilia delle elezioni europee, secondo Bergamaschi, “il 2 Giugno di quest’anno assume un significato ulteriore, che ci impone la necessità di gettare uno sguardo di prospettiva. Perché se ieri la speranza, dopo la guerra, risiedeva nella Repubblica italiana, oggi, con una guerra di aggressione scatenata ai propri confini, quella speranza non può che crescere nei confronti di un’Europa più forte, unita e prospera. Guerra dichiarata proprio per contrastare la pacifica adesione di alcuni Paesi alla propria sfera valoriale e di influenza. La speranza verso una sovranità federale che nulla toglie ai popoli europei, ma al contrario aggiunge, moltiplica, rafforza. Oggi, celebrando la nostra Repubblica Italiana, non possiamo non ricordare che l’Italia è stata Paese fondatore dell’Unione Europea. Mai potremo dimenticarci di questa grande, elevata, appassionante responsabilità”.

La cerimonia sotto i portici del Municipio