Primo Maggio: pace, lavoro e giustizia sociale. La cerimonia di Crema

“Costruiamo insieme un’Europa di pace, lavoro e giustizia sociale”. È lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Uil per celebrare la Festa del lavoro. Poco fa la cerimonia in piazza Marconi, presso il monumento ai Caduti sul lavoro, tra orgoglio, speranza e qualche accusa. Tante le autorità presenti sotto le bandiere delle tre sigle sindacali: il sindaco Fabio Bergamaschi, la vice Cinzia Fontana (c’erano anche diversi assessori della Giunta e consiglieri), Roberto Barbaglio in rappresentanza dell’amministrazione provinciale, Paolo Balzari di Anpi, Gianni Rossoni, presidente di Area Omogenea cremasca, Matteo Piloni, consigliere regionale del Pd ed Elena Curci, segretaria generale della Cgil di Cremona: a nome di Cgil, Cisl e Uil ha tenuto un significativo discorso. La festa è stata impreziosita dalle note della Filarmonica Castiglionese.

Combattere le ingiustizie 

A coordinare gli interventi Ivan Zaffanelli della Cisl. Il quale nell’introdurre la manifestazione, ha chiesto un’attenzione particolare agli infortuni sul lavoro, condizioni sicure e opportunità di crescita professionale, ma anche giustizia sociale, “fondamento su cui si basa ogni società equa e solidale. Significa combattere le ingiustizie e le disuguaglianze ancora presenti nella nostra società”. Le note del Silenzio hanno omaggiato i Caduti sul lavoro, per i quali è stata deposta una corona d’alloro. “Non sempre i nostri discorsi, seppur alti, incidono sulla realtà – ha accusato Barbaglio -. Nel lavoro c’è ancora troppa precarietà e ci sono troppi infortuni. Le istituzioni non fanno quello che devono fare e i lavoratori sono spesso costretti ad accettare condizioni e situazioni inaudite. Va stimolato un cambio di passo”.

La voce di Anmil 

A seguire le parole di Anmil. “Il lavoro è un valore basilare della persona e un elemento fondante della società per espresso dettato costituzionale. In questi anni difficili va riscoperta l’importanza del lavoro come elemento di crescita della persona e strumento di coesione sociale e riconoscimento della dignità umana. Purtroppo – ha insistito Zacchetti – questi principi rimangono solo parole. Ci troviamo oggi a stringerci alle famiglie di quanti al lavoro hanno perso la vita o a causa di un incidente devono convivere con la disabilità”. L’Anmil da 80 anni si batte per loro e per le necessarie tutele, per la sicurezza dei lavoratori e per diffondere una cultura della sicurezza. Una battaglia che deve unire tutti. Anmil, è stato rimarcato, punta oggi a una formazione, anche nelle scuole, basata sulle testimonianze, capaci di arricchire davvero i programmi formativi.

Sfida che ci unisce tutti 

Bergamaschi, da parte sua, ha evidenziato come “il lavoro fonda e ispira l’intera architettura della Repubblica, ma è il patrimonio più grande dell’uomo, un elemento che qualifica la vita della persona, determina lo sguardo su se stessa e ne plasma la dimensione sociale. Il lavoro, quindi, per una società più civile, equa e coesa. Ma altre definizioni, purtroppo, possono essere associate alla parola lavoro: sommerso, nero, povero, sottopagato, precario, minorile. La sfida maggiore rimane quella di conciliare il dinamismo dell’economia, presupposto della creazione di ricchezza, e la giustizia sociale, condizione esito di un’equa redistribuzione della stessa”.
Ancora tante, troppe, le vittime di infortuni, anche mortali. “Il 2024 si è aperto con dati che registrano un drammatico incremento, che deve richiamare chiunque, soprattutto chi ricopre responsabilità di governo, a una riflessione attenta e profonda: +7,2% di infortuni sul lavoro, +19% di morti sul lavoro, +35% di patologie professionali denunciate. E’ una sfida che ci deve vedere tutti in prima linea”. L’auspicio è “un lavoro migliore e più giusto per una società che ne sia lo specchio. Lo vogliamo e l’otterremo”.

Sicurezza e dignità

Infine Curci, che è partita dalla pace. “Crediamo nella possibilità di costruirla superando la guerra come strumento di regolazione dei conflitti. Chiediamo all’Europa di essere costruttore di pace, promuovendo la sostenibilità sociale, ambientale ed economica, un’Europa che metta al centro il lavoro dignitoso, investendo sulla sicurezza e contrastando il lavoro povero”. Per i sindacati “è necessario che anche l’Italia ponga al centro il lavoro, valorizzando la buona occupazione e la sicurezza sul lavoro attraverso la contrattazione nazionale. Bisogna garantire la qualità dell’occupazione, offrendo retribuzioni adeguate e dignitose, stabilendo un salario minimo orario, rafforzando la contrattazione collettiva e valorizzando la rappresentanza delle organizzazioni. Il diritto al lavoro e la tutela del lavoro sono i pilastri della nostra Costituzione”.

Prevenzione

Tuttavia, in Italia il numero degli infortuni, anche mortali, e delle malattie professionali rimane inaccettabile. “Lavorare per vivere e non per morire – ha detto Curci -. Le continue morti e l’incremento degli infortuni e delle malattie professionali non sono solo numeri: riflettono la dura realtà di un Paese che non riesce a fare i conti con la cultura della prevenzione e con la garanzia della salute e della sicurezza in ogni luogo di lavoro. Chiediamo al Governo e a tutte le forze politiche un impegno concreto per fermare questa strage”.