Haiti. Quasi 2.700 persone sfollate in quattro giorni nell’area di Port-au-Prince

Haiti religiose rapite
Foto ANSA/SIR

L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha riferito ieri, lunedì 12 febbraio, che almeno 2.686 persone sono state sfollate tra il 7 e l’11 febbraio nella capitale Port-au-Prince, in preda alle proteste della settimana scorsa e della spirale di violenza che continuano ad avvolgere il Paese.

Alcuni numeri e l’attuale situazione

Secondo i dati forniti dall’Oim, 1.819 persone hanno dovuto abbandonare le proprie case a seguito di attacchi nel Comune di Carrefour, nel distretto di Port-au-Prince, mentre 867 sono state sfollate a causa di eventi a Cité Soleil e a Tabarre, sempre nell’area della capitale. Gli sfollamenti sono il risultato di diversi attacchi armati avvenuti in vari quartieri della capitale a partire dal 5 febbraio, in particolare nei Comuni di Carrefour, Cité Soleil e Tabarre. Oggi centinaia di persone si sarebbero rifugiate in piazza Clercine, nel comune di Tabarre, riferisce sempre l’Oim.
L’organismo segnala che sfollamento forzato degli abitanti nelle loro zone è diventato Comune, poiché le bande armate conquistano ogni giorno sempre più territorio. Gli abitanti sono quotidianamente esposti a sparatorie, saccheggi, stupri e situazioni estremamente critiche.

Alcune scuole sono chiuse

L’Unicef e l’Unesco hanno deplorato, sempre ieri, in una dichiarazione congiunta che, negli ultimi mesi, alcune scuole sono state chiuse per paura di essere coinvolte nella violenza dei gruppi armati, soprattutto nel dipartimento dell’Artibonite (nord-ovest) e nell’area metropolitana di Port-au-Prince. Chiusure temporanee delle scuole si registrano anche in altri dipartimenti, tra cui Grand’Anse (ovest del Paese).