Paola Pollini (consigliera regionale M5s) ha dichiarato che “preoccupa l’incapacità del centrodestra di trovare risposte adeguate” di fronte al costante incremento delle vittime dell’inquinamento, in Lombardia. L’Agenzia Europea dell’ambiente dice che in Italia nel 2022 sono morte 52.000 persone a causa del PM 2.5 e 11.000 persone a causa delle emissioni di biossido d’azoto, solo per citare due degli inquinanti più pericolosi. “Di fronte a questi numeri, che sono dati non opinioni, l’unica risposta che la destra è in grado di dare consiste in una strumentale, per non dire elettorale, polemica con l’Europa. Secondo Regione Lombardia, viste le caratteristiche orografiche del nostro territorio, che per ovvie ragioni sono un fattore immutabile, dovremmo essere autorizzati a continuare ad ammalarci con il benestare dell’Europa“.
Negazionismo
Per i grillini “l’atteggiamento negazionista” in merito ai problemi ambientali, che poi impattano sulla salute dei cittadini lombardi, giunge all’apice quando Regione Lombardia ricorda che “tanto è già stato fatto per ridurre l’inquinamento dell’aria, ma che questi risultati non sono visibili perché ci si ostinerebbe a quantificare la qualità dell’aria in base alla concentrazione degli inquinanti e non in base alle emissioni pro capite. Seguendo l’assurdità di questo ragionamento, si potrebbe quindi affermare che a Pechino, dove l’elevata densità demografica finirebbe per abbattere il dato relativo alle emissioni, la qualità dell’aria è migliore che sulle Alpi”.
Allora perché non trasferirsi tutti in Cina?
Allora perché non trasferirsi tutti in Cina?, si chiede la consigliera pentaspellata regionale. “Forse sarebbe una soluzione più immediata rispetto a cambiare l’orografia della Pianura Padana. Ci sarebbe da ridere, non fosse che l’inquinamento è un problema che uccide, di fronte al quale la destra, vittima della sua stessa furia ideologica, ci lascia combattere a mani nude”, con conclude Pollini, al termine dell’odierna seduta della VI commissione regionale Ambiente, nel corso della quale era in discussione il “Programma di lavoro della Commissione Europea – anno 2024“.