Maggioranza Bergamaschi sul ponte: “Dalle minoranze solo polemiche”

I capigruppo della maggioranza che sostiene Fabio BergamaschiTeresa Caso, Manuala Piloni, Walter della Frera, Paolo Nicardi e Debora Soccini – replicano alla consigliera Laura Zanibelli (FI), che ha invitato l’amministrazione a spostare i lavori di riqualificazione del ponte di via Cadorna al 2026. “Che sarà mai un anno di attesa in più?, si chiede dall’opposizione la consigliera Zanibelli. Che continua ‘ci potrebbero dire se davvero il ponte è pericoloso e si potrebbero trovare interlocutori seri e competenti’ e magari fare un nuovo progetto che non preveda più la chiusura totale della struttura durante i lavori stessi. E tutti i tecnici comunali? E i progettisti, che sono uno studio affermato che proprio di ponti si occupa da tempo? Tutti poco seri e incompetenti?”, chiedono Caso e soci.

Rispetto e disagi

Per i quali, “un po’ di rispetto per il lavoro altrui non guasterebbe. E anche per il lavoro degli amministratori, perché, e la consigliera dovrebbe saperlo, anche se finge di ignorarlo: non è certo il sindaco a decidere le modalità tecniche di progettazione e di realizzazione delle opere. Ci si affida, come farebbe ogni buon padre di famiglia, a chi ne sa di più: in primis agli uffici comunali e poi a imprese note e affermate proprio per le loro competenze. Che sarà mai un anno in più? Certo non sarebbe la fine del mondo. Sarebbe un anno in più del disagio attuale, perché già oggi l’attraversamento del ponte, con i suoi limiti, crea disagi. Per poi magari, molto probabilmente, arrivare allo stesso risultato: la necessità di chiudere il ponte durante i lavori. E immancabilmente sentire le accuse di ritardo, o peggio, da parte dell’opposizione”.

“Non un garage”

La maggioranza si fida di tecnici e amministrazione, “che ci dicono che allo stato attuale della tecnologia i lavori di cui ha bisogno il ponte necessitano della sua chiusura, per la sicurezza del cantiere e di chi vi opererà e anche di quella dei cittadini. Un nuovo progetto? Certo, poi magari qualcuno proporrà di realizzarlo tutto d’oro, o di abbatterlo e ricostruirlo in tre giorni. Ma, e anche questo la consigliera Zanibelli dovrebbe saperlo, un ponte non si progetta in una settimana: non è un garage. Occorre verificare e analizzare uno per uno i pezzi di acciaio che ne costituiscono la trama. E ha bisogno di passaggi amministrativi e di certificazione complessi. Allora altro che un anno in più!”.

Questione politica

I gruppi che sostengono Bergamaschi, “su un problema che coinvolge la città”, al di là del colore politico, “ci aspetteremmo un atteggiamento più costruttivo da parte delle forze di minoranza che invece, al dunque si sono sempre sfilate votando contro, in Consiglio comunale, a ogni delibera che metteva risorse aggiuntive per approfondire aspetti progettuali o per affrontare gli aumenti dei costi. Evidentemente le opposizioni non sono mosse dalla volontà di risolvere problemi, ma solo da quella di ingraziarsi almeno una parte dei cittadini che, inevitabilmente, subiranno disagi dalla chiusura del ponte, e di provocare polemiche politiche, ma di quella politica che i cittadini stessi hanno imparato a non apprezzare”.