L’arcivescovo di Managua, il card. Leopoldo Brenes, domenica ha inviato un messaggio ai fedeli cattolici dell’arcidiocesi facendo esplicito riferimento “all’assenza dei loro sacerdoti”, coloro cioè che nell’ultima settimana sono stati arrestati dal regime di Daniel Ortega e Rosario Murillo.
Cercare forza nell’unità ecclesiale e consolazione nella preghiera
Una vera e propria escalation di detenzioni (almeno 18 a partire dal 20 dicembre, in tutto il Paese, compreso il vescovo di Siuna, mons. Isidoro del Carmen Mora), che negli ultimi giorni ha coinvolto soprattutto l’arcidiocesi di Managua, a cui appartengono tre dei quattro sacerdoti privati della loro libertà nei giorni di fine 2023 e inizio 2024, oltre che la maggioranza degli arrestati nell’ultima settimana.
“Nella domenica della famiglia ho voluto preparare un piccolo messaggio per tutte le famiglie, un messaggio di incoraggiamento e di speranza, soprattutto un messaggio in cui ci uniamo nella preghiera – ha detto Brenes al termine della messa domenicale nella cattedrale di Managua –. Voglio esprimere la mia vicinanza alle famiglie e alle comunità che in questo momento sentono l’assenza dei loro sacerdoti o stanno vivendo altri tipi di dolore. È il momento di cercare insieme nella preghiera la consolazione di Dio e nell’unità ecclesiale la nostra forza”.
I sacerdoti arrestati
Negli ultimi due giorni, la polizia sandinista ha arrestato i sacerdoti Gustavo Sandino (della diocesi di Jinotega), Jader Hernández, Fernando Téllez Báez e mons. Ismael Serrano (tutti e tre parroci nell’arcidiocesi di Managua).
Otto, in tutto, i sacerdoti dell’arcidiocesi privati cella propria libertà nell’ultima settimana. Inoltre, diverse parrocchie non hanno aperto le porte l’ultima domenica del 2023; un fatto che ha preoccupato i fedeli e ha lasciato presagire che il numero di sacerdoti detenuti possa essere ancora più alto.