Moscazzano e Capergnanica. Restituite dai Carabinieri opere d’arte rubate

Don Rusconi mentre riceve a Firenze il dipinto rubato a Moscazzano

Era il dicembre del 1999 quando a Moscazzano, presso il santuario della Madonna dei Prati, fu rubato il quadro Sant’Agostino d’Ippona. Un furto che destò sgomento e forte dispiacere. Ora, a distanza di 24 anni, quei tristi sentimenti lasciano spazio a gioia ed emozione: il quadro, infatti, è tornato a casa, consegnato la mattina di giovedì 14 dicembre al parroco don Osvaldo Erosi da don Andrea Rusconi, direttore dell’Ufficio per l’Arte sacra e i Beni culturali ecclesiastici della diocesi di Crema che, martedì scorso, l’ha ritirato a Firenze nel corso di una cerimonia presso le Gallerie degli Uffizi.

Le indagini

Il dissequestro e la restituzione del dipinto Sant’Agostino d’Ippona – un olio su tela di centimetri 127×98, in cornice rettangolare – è il frutto di una complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia. Tale attività è durata circa un anno e ha permesso al Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Tpc) di Firenze di riconsegnare ai legittimi proprietari 16 importanti dipinti asportati da chiese, enti pubblici e privati cittadini del Centro-Nord Italia.
Insieme al quadro rubato alla Madonna dei Prati, sono quindi stati recuperati 4 dipinti di Santi trafugati nel 2000 dalla chiesa di Santa Maria a Vigesimo di Barberino del Mugello (Fi), 5 dipinti raffiguranti i Misteri del Rosario rubati nel 2001 dalla chisa di Sant’Agapito a Lombardone (To), 2 dipinti rubati a fine 1999 in un esercizio antiquariale a Bovolone (Vr), una Madonna con Bambino rubata nel 1997 dal palazzo municipale di Potenza Micena (Mc) e, infine, 3 dipinti sottratti nel 1999 a un privato di Novi Ligure (Al).

La restituzione

La vigilia di Santa Lucia, dunque, don Rusconi è stato a Firenze dove ha rappresentato la nostra diocesi. Al significativo momento di restituzione delle opere d’arte è intervenuto anche il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze, accanto al comandante dei Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale maggiore Claudio Manti, al direttore degli Uffizi dottor Eike Dieter Schmidt e ad alti dirigenti delle Sovrintendenze locali.
I Carabinieri hanno spiegato che le 16 opere erano in mano a un noto imprenditore umbro. Le indagini sono iniziate “grazie al quotidiano e meticoloso controllo dei siti Internet di settore e anche, come in questo caso, di immagini relative a palazzi o edifici storici, utilizzate per altri scopi”.
Nello specifico, “sulla pagina web della struttura ricettiva dell’imprenditore, usata per banchetti e ricevimenti, i militari dello speciale Nucleo hanno notato, affisse alle pareti del salone, due delle tele asportate a Barberino del Mugello. Durante una successiva fase investigativa, in seguito a una perquisizione delegata dall’Autorità Giudiziaria ed eseguita nel Comune di Umbertide (Pg), sono state rinvenute le restanti opere”. Subito è stata accertata la provenienza furtiva, “grazie agli accertamenti svolti in tempo reale mediante la consultazione della Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale”.
I militari hanno puntualizzato che è stata constatata l’estraneità ai fatti dell’imprenditore, il quale “è risultato essere stato raggirato da un noto ricettatore, oggi deceduto e che viveva nella provincia di Perugia”.

Grazie ai Carabinieri

L’ottimo risultato raggiunto, hanno sottolineato i vertici dell’Arma, “testimonia l’importanza della catalogazione preventiva con immagini e descrizione dei beni culturali: informazioni che, se fornite in sede di denuncia, alimentano la Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, strumento indispensabile ai militari per recuperare, anche a distanza di molti anni come in questa occasione, beni di cui si erano perse ormai le tracce”.
Tutti hanno ringraziato i protagonisti del lavoro sinergico che ha permesso di recuperare le opere: don Andrea Rusconi ha manifestato quindi la gratitudine della Chiesa cremasca e, in particolare, della comunità di Moscazzano, che è rientrata in possesso del dipinto Sant’Agostino d’Ippona. Una gratitudine che è stata ribadita giovedì dal parroco don Osvaldo Erosi al momento del ritorno a casa del quadro.

La Madonnina di Capergnanica

Restando nell’ambito del recupero del patrimonio artistico diocesano, don Rusconi segnala che nei prossimi giorni verrà ricollocato nella chiesa parrocchiale di Capergnanica l’altorilievo della Madonna del Rosario con Bambino divelto dai ladri da un altare nel maggio del 2022 e poi ritrovato a Udine: il sacerdote l’ha ricevuto dai Carabinieri nell’agosto di quest’anno a Monza.
Come avvenuto a Moscazzano, pure in tal caso a Capergnanica – dove don Rusconi è stato parroco fino a poco tempo fa e dove continua a essere il legale rappresentante – la gente esprime viva soddisfazione per il recupero di un’immagine sacra che alimenta fede e devozione e che adesso ritorna a pieno titolo a far parte del partrimonio comunitario.