Domenica 29 ottobre. Don Gianfranco commenta il Vangelo: l’amore di Dio, l’amore verso il prossimo

don Mariconti
Don Gianfranco Mariconti

Dal Vangelo secondo Matteo 22, 34-40

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Don Gianfranco commenta il Vangelo

Nella quarta controversia Gesù insegna l’arte di amare a coloro che lo odiano. Uno studioso della Legge provoca il Maestro sulla scala gerarchica dei comandamenti: qual è il più importante? Invece di riprendere uno dei dieci comandamenti, la risposta di Gesù unisce due testi del Primo Testamento (cfr Deuteronomio 6,5; Levitico 19,18). E così supera il trabocchetto che intendeva trascinarlo nella disputa tra gli esperti delle diverse scuole. Gesù sa andare all’essenziale.
L’amore “cristiano” deve tendere insieme e inseparabilmente verso Dio e verso il prossimo creato a sua immagine. La novità sta nell’affermare che non è vero amore di Dio quello che non si esprime nell’amore del prossimo e, corrispettivamente, non è vero amore del prossimo quello che non attinge dall’amore di Dio. Non può dire di amare Dio che non vede chi non ama il fratello che vede (cfr 1 Giovanni 4,20). D’altro lato non esiste un amore ateo per il prossimo. Nell’amore umano c’è una scintilla divina. Solo l’amore infinito di Dio dà consistenza alla fragilità dell’amore umano. Gli altri, magari senza saperlo, hanno bisogno soprattutto dell’amore salvifico di Dio che li raggiunge attraverso il nostro amore donatoci da Dio.

L’amore di Dio e l’amore verso il prossimo

Prima di tutto c’è l’amore di Dio per noi. “Dio è amore”; “Noi amiamo perché siamo amati”; “L’amore di Dio ci precede”, ripete con insistenza san Giovanni nelle sue Lettere. E quando Dio concretamente mi ama? Dio mi ama alla follia, fino a donare la sua vita per noi, attraverso il proprio Figlio. Solo Gesù può dirmi: ti amo da morire. “Non c’è amore più grande”.
E l’amore verso il prossimo?
Gesù afferma che solo Dio merita di essere amato in modo assoluto, mentre il prossimo devi amarlo “come te stesso”. Ma poi farà un passo ulteriore: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15,12): io devo amare il prossimo non solo come me stesso, ma come lo ama Dio e nel fratello è Dio che io amo.

L’amore di Gesù non esclude nessuno

Volere il bene dell’altro significa rispettarlo nella sua verità. L’amore parte dai vicini (il prossimo appunto) per raggiungere i lontani. Ci si preoccupa del terzo mondo e si trascura il primo che è il familiare anziano, ammalato e solo da accudire.
Però l’amore, come quello di Gesù, è anche universale perciò non esclude nessuno, neppure il collega di lavoro fastidioso, il vicino di casa che disturba, l’immigrato e il nemico. Infatti, come testimoniano i santi della carità, rifacendosi alla pagina di Matteo 25 sul giudizio universale, in ogni uomo che si trova nel bisogno Cristo stesso mi chiede di essere vestito, sfamato, dissetato… facendogli prima un sorriso e abbracciandolo (papa Francesco). Questo è il segreto per fare il primo passo superando pregiudizi e ostilità.
Gesù conclude la sua risposta con questa precisazione: “Da questi due comandamenti dipendono (ruotano attorno come la porta al perno) tutta la Legge e i Profeti”.
Tutto quanto facciamo, dal mattino alla sera, trova il criterio di verifica della sua autenticità nel principio unificatore dell’amore. Ecco perché sant’Agostino dice: “Ama e fai quello che vuoi”. Che non significa se ci si ama tutto è lecito, ma ogni cosa che fai falla per amore perché alla fine è solo questo che conta.

don Gianfranco Mariconti