Itinerari dello Spirito/1. A Santa Brigida, in Val Brembana, il santuario Madonna Addolorata [seconda parte]

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Portico esterno affrescato

L’interno del santuario della Madonna Addolorata era nel passato completamente ricoperto da affreschi, con numerosi ex-voto, che risalgono al XV secolo. Oggi ne rimangono lacerti. Sono stati eseguiti da numerosi artisti della valle Averara e anche della stessa località di Santa Brigida: i Baschenis, i Guerinoni, gli Asinelli, gli Scanardi, gli Scipioni e i Pezziis.
Partendo dalla controfacciata, troviamo sulla nostra destra Lo Stemma di san Carlo, che ricorda la sua prima visita pastorale del 1566. Dalla parte opposta una Madonna in trono con Bambino Gesù. Sotto, una lapide che ricorda la consacrazione della chiesa durante la prima citata visita del Borromeo.
Nella quarta campata, sul muro di rientranza del campanile troviamo il lacerto di un’altra Madonna con Bambino. Su una lesena presso il presbiterio un’immagine di Sant’Antonio.
Estremamente interessante, la cappella di San Nicola da Tolentino (quarta campata a destra) nella quale è rimasta una notevole parte degli affreschi originari, realizzati in due strati. Sullo sfondo, otto figure: sono Cristo e gli Apostoli (ciascuno tiene in mano un mosso nastro bianco con una scritta). In alto, la scena della Crocifissione, affiancata da due riquadri della vita di San Nicola.
Molto bello l’intradosso dell’arco. In alto, nella chiave, Il Cristo Pantocrator, sorridente e benedicente, in abiti liturgici (un cingolo gli lega il camice): con la mano sinistra tiene un libro aperto sulle cui pagine c’era scritto in latino: Io sono la via, la verità e la vita.
Subito a fianco del Cristo, i simboli de I Quattro evangelisti (due per parte): tengono anch’essi lunghi nastri con una scritta. Sotto, I Dottori della Chiesa: Sant’Ambrogio e Sant’Agostino (a destra), San Gregorio (con la tiara papale) e San Gerolamo in abiti cardinalizi (a sinistra): tutti sono dietro a uno scrittorio e presentano un rotolo scritto.
Più sotto, alcune scene della Vita di san Nicola con scritte esplicative. Infine, all’attacco dell’arcosolio, San Sebastiano a sinistra e Santa Caterina a destra.
La cappella è attribuita al pittore Angelo Baschenis, esponente di spicco della bottega di famiglia (sec. XV).
L’abside della chiesa era affrescata con una grande Crocifissione, ma Gesù è stato cancellato dalle sovrapposizioni secentesche: rimangono solo le gambe dei due crocifissi e alcuni dolenti ai loro piedi, tra cui – sulla sinistra – la Madonna in pianto, sorretta dalle donne.
Alla base dell’antica immagine, due riquadri affrescati: a destra è raffigurata La Madonna tra san Rocco e san Sebastiano, con la data del 5 aprile 1483 e un’invocazione scritta contro le pestilenze; a sinistra, Cristo morto nel sepolcro, affiancato da san Lorenzo in abiti liturgici e sant’Onofrio coperto dai propri capelli. Gesù è in piedi e alla parete del sepolcro è appoggiato un rotolo aperto sul quale si legge una scritta latina delle piaghe di Gesù, in caratteri gotici. La data è il 1478. Ambedue hanno un gusto tardogotico.
Sulla parete sinistra del presbiterio un affresco strappato de La Madonna con Bambino.

 

Il portico

Nel porticato troviamo numerosi affreschi, al pari di quelli che ornano le parti interne, risalgono anch’essi al XV secolo e sono di Pietro de Asenelis (Asinelli). Troviamo le immagini di Sant’Antonio abate, Sant’Ambrogio, San Defendente soldato, un grande San Cristoforo con Gesù sulle spalle e un bastone in mano, San Paolo con la spada, Santa Margherita con una croce in mano, Santa Caterina incoronata, e San Giovanni Battista con un nastro scritto.
Numerose le Maestà della Vergine con Bambino. Alla testata del portico troviamo un’antica tomba: sopra è dipinta L’Annunciazione e sull’arcosolio La Deposizione. Affrescati anche i tre pilastri con una Madonna con Bambino e un altro San Giovanni Battista con la firma di Petrus de Asenelis e la data del marzo 1444. Lo stemma della famiglia del pittore è affrescato su di una porta oggi murata. Sul fondo del portico una Vergine con Bambino e una figura allegorica della morte sono i resti di un’antica cappella esterna.

Monte avaro

Dopo la visita al nostro Santuario, consigliamo di salire in macchina (una quindicina di minuti di strada), ai bellissimi Piani dell’Avaro a mt 1.700, dirigendosi verso Cusio e superandolo.
Lassù lo spettacolo è certamente appagante con una bellissima vista sulle Orobie dell’alta val Brembana e sul Monte Avaro stesso. Ai Piani si trovano un rifugio e due ristoranti con ottima cucina.