Dopo alcuni giorni in cui le sue condizioni di salute si erano aggravate, questa sera, attorno alle 19.30 don Erminio Nichetti ci ha lasciati per salire al cielo. Era ricoverato presso l’ospedale maggiore di Lodi. Lo ricordiamo con tantissimo affetto per la sua bontà e per il suo grande impegno verso gli ultimi che si è concretizzato in tanti anni di missione, prima in Venezuela, poi in Guatemala come sacerdote Fidei donum della Chiesa di Crema.
Dall’ordinazione alla vocazione missionaria e il ritorno in diocesi
Don Erminio, nato novant’anni fa (6.6.1933) è stato ordinato sacerdote il 31 maggio del 1958 dal vescovo mons. Placido Mari a Cambiaghi.
Coadiutore nelle parrocchie prima di Casaletto Ceredano (fino al 1963) e poi in quella cittadina di San Giacomo, nel 1978 è partito come missionario Fidei donum per il Venezuela. Una vocazione che coltivava da tempo e che ha potuto realizzare quando le condizioni lo hanno permesso.
In Venezuela ha collaborato con gli altri sacerdoti cremaschi, don Pino Lodetti, don Rosolino Bianchetti e don Imerio Pizzamiglio, in anni in cui la missione in America Latina aveva conquistato il cuore di tanti presbiteri e la Chiesa di Crema viveva davvero un momento straordinario.
In Venezuela è rimasto fino al 1985, quando – assieme agli altri sacerdoti cremaschi – si è trasferito in Guatemala. Qui ha svolto un servizio pastorale appassionato in parrocchia, fino a quando è tornato in diocesi nel 2008, al compimento dei 75 anni di età.
Negli anni successivi ha svolto il ministero di cappellano nella parrocchia di San Bernardino-Vergonzana. Fin quando le condizioni di salute lo hanno permesso.
Il ricovero presso la Casa di riposo e gli ultimi giorni
Da pochi mesi era stato costretto a farsi ricoverare nella Casa di riposo di Sant’Angelo Lodigiano, dove i sacerdoti sono ospitati in un reparto completamente a loro riservato: ciascuno dispone di una propria, ampia camera attrezzata; in comune hanno la cappella e la sala da pranzo. Qui ha convissuto con il confratello don Giovanni Terzi.
Nei giorni scorsi una polmonite lo aveva costretto al ricovero presso l’ospedale di Lodi. Ritornato dopo alcuni giorni a Sant’Angelo, una ricaduta lo ha fatto ritornare nello stesso nosocomio, dove è serenamente spirato.
Nel darne notizia il vescovo Daniele invita ad affidarlo a Gesù Buon Pastore perché sia accolto nella gioia e nella pace eterna.
Seguiranno informazioni circa la camera ardente e i funerali.