Un immobile nel centro di Milano, adibito a bar e dal valore di oltre 500 mila euro, è stato confiscato da finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cremona in esecuzione di un provvedimento emesso dal Gip di Milano. La misura è stata adottata all’esito di un’indagine per un’ingente frode fiscale all’IVA nel settore della lavorazione del rame, attuata con un giro di fatture false da un imprenditore milanese.
La frode
Le indagini, nate da un controllo nei confronti di una società della provincia di Cremona, hanno consentito di risalire a una filiera di oltre 20 società fittizie, tutte con sede in Milano e una a San Marino, costituite da un imprenditore milanese operante nella commercializzazione del rame, al solo scopo di interporsi tra gli effettivi fornitori e acquirenti emettendo fatture false.
Il sistema di frode, portato avanti anche dagli eredi del suo ideatore, si avvaleva della collaborazione di due professionisti milanesi, un consulente aziendale che aveva il compito di pianificare i rapporti commerciali lungo tutta la filiera e un commercialista, amministratore di alcune delle società fittizie domiciliate presso il suo studio, cui spettava invece di curare le contabilità aziendali.
L’imprenditore milanese aveva ideato e organizzato la complessa struttura commerciale con lo scopo di appropriarsi dell’Iva dovuta secondo il noto sistema delle ”frodi-carosello”.
Importanti azioni contro evasori totali e frodatori
L’evasione fiscale costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico perché distorce la concorrenza e l’allocazione delle risorse, mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato e penalizza l’equità, sottraendo spazi di intervento a favore delle fasce sociali più deboli.
Da qui l’importanza dell’azione “chirurgica” svolta dalla Guardia di Finanza contro gli evasori totali e i frodatori.