Ospedale Maggiore. Accessi vascolari in dialisi, a Crema tecnica innovativa

“Un approccio innovativo e aggiuntivo per la creazione di un accesso vascolare adeguato necessario per l’avvio del trattamento dialitico extracorporeo, in caso di malattia renale cronica avanzata”. Così Gianluca Fasoli, Luca Boccalon e Angelo Spinazzola, rispettivamente direttori delle Unità operative di Nefrologia e dialisi, Chirurgia vascolare e Radiologia di Asst Crema hanno definito la tecnica di confezionamento endovascolare della fistola arterovenosa, proposta presso la struttura cremasca. Effettuata dal radiologo interventista, ha permesso di ampliare il ventaglio di opportunità di allestimento con l’utilizzo di nuovi distretti vascolari fino a ora esclusi dalle tecniche chirurgiche, unitamente a un approccio mini-invasivo, per consentire l’avvio del trattamento dialitico.

A Crema un team multidisciplinare dedicato

A Crema l’attività è resa possibile grazie a un team multidisciplinare dedicato. Secondo i dati diffusi nell’ambito del convegno nazionale congiunto del Gruppo di studio degli accessi vascolari della Società italiana di nefrologia e della società italiana accessi vascolari, l’Ospedale Maggiore è il terzo in Italia dopo Firenze e Catania nel numero di allestimento della endo FAV, con un alto livello di successo e di pervietà nel tempo. Non solo, In virtù delle capacità specifiche raggiunte, la Radiologia Interventistica di Asst Crema dal 2023 è stata inserita tra i centri italiani convenzionati della rete formativa della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, sede del Master di II livello “VASED”, dedicato alla formazione di figure altamente qualificate sulla creazione dell’accesso vascolare in emodialisi.

Una tecnica innovativa

L’innovativa tecnica prevede “l’utilizzo di cateteri endovascolari per la creazione dall’interno stesso del vaso dell’anastomosi artero-venosa sotto guida ecografica e/o fluoroscopica”. L’innovazione si è resa necessaria per proporre un’alternativa alla classica via chirurgica. Tanti, secondo gli specialisti, i vantaggi che ne derivano: “La minor invasività unita a un approccio anestesiologico plessico, la riduzione dello shear stress e dell’iperplasia neo-intimale con un conseguente minor tasso di stenosi peri anastomotiche, un minor trauma vascolare e una ridotta infiammazione locale, tipici invece dell’allestimento chirurgico. Non da ultimo l’approccio endovascolare evita, in termini estetici, la presenza di cicatrici chirurgiche con maggior accettazione alla creazione dell’accesso da parte del paziente, soprattutto se giovane”.