Nell’ultima conviviale del Lions club Crema Gerundo, effettuata in intermeeting con il Lions club Crema Host, il club Crema Serenissima e l’Inner Wheel Crema, presso il ristorante Bosco, il 18 maggio scorso, l’emozione dei soci e amici interventui è stata tangibile quando ha preso la parola la relatrice, Anahita Zamani, giovane donna iraniana, portavoce in Italia della rivoluzione dei diritti violati in Iran. La ragazza, ingegnere navale, è nata a Teheran 29 anni fa e vive in Italia da quando aveva 18 anni. Grazie al suo percorso universitario è riuscita a lavorare nel nostro Paese, ma non ha dimenticato e non può dimenticare la situazione terribile che vivono la sua famiglia, le donne e tutto il popolo iraniano.
Cenere sul Paese
Il suo racconto è partito dalla storia, cioè da quando cacciato lo Scià si è insediato un governo teocratico che se all’inizio ha fatto molte promesse le ha poi puntualmente disattese. Quindi una prima rivoluzione da parte del popolo, che quando ha capito che non sarebbe riuscito a stravolgere la situazione, dal momento che il mondo non lo avrebbe aiutato, si è rassegnato e ha incominciato a vivere come meglio poteva, soprattutto all’interno delle proprie famiglie. Dopo alcuni anni, però, precisamente nel 2009, “il regime autoritario è riuscito a rinchiudere ancora le persone in casa. È come se avessero sparso cenere su tutto il Paese”: queste le precise parole di Anahita.
Senza libertà e nel silenzio
Oggi le donne non sono più libere di frequentare la società, i giovani hanno ricominciato a protestare contro il regime, che a sua volta ha vietato l’uso dei social e di Internet. Per fortuna il resto del mondo riesce comunque a vedere attraverso video “clandestini” quello che succede e conosce comunque le proteste, le persone torturate o addirittura uccise,. “Sono convinta che questa volta se il mondo e l’Europa ci aiutano non intrattenendo più rapporti economici con chi ci governa, vinceremo questa rivoluzione: è il motivo per cui io, a mio rischio e pericolo, sono diventata portavoce dei diritti civili e sono qui a parlarvene”, ha detto ancora la giovane e coraggiosa ospite.
Non dimenticare
Alla fine della relazione un lungo applauso da parte dei presenti e una promessa di non dimenticare – ma “di cercare, nel nostro piccolo, di mantenere viva la sua voce e quella dei giovani iraniani” – ha concluso la conviviale. Sono seguite parole di saluto da parte dei presidenti dei quattro club, dell’assessore alla Cultura e Pari opportunità Emanuela Nichetti e della vicegovernatrice del distretto 206 Inner Wheel, Marzia Bonfanti Ermentini.