Grande celebrazione comunitaria questa sera a Santa Maria della Croce. Ogni anno, il 3 maggio, il vescovo e i fedeli della diocesi si trovano a celebrare l’Eucarestia e a invocare la protezione della Vergine sul piazzale antistante la basilica. È la data del primo miracolo avvenuto nel bosco del Novelletto, un mese dopo l’apparizione della Madonna a Caterina degli Uberti (2 aprile 1490).
Quest’anno è stata una celebrazione particolare, in quanto a presiederla è venuto il neo card. Oscar Cantoni, già nostro vescovo dal 2005 al 2016, e oggi vescovo di Como. Papa Francesco lo ha creato cardinale il 27 agosto scorso con una liturgia celebrata in San Pietro a Roma; la mattina successiva ha celebrato a Messa nella chiesa di San Giuseppe al Trionfale con un gran numero di fedeli comaschi e cremaschi.
Al suo fianco mons. Rosolino Bianchetti, vescovo del Quiché in Guatemala, originario della nostra diocesi. Maturò la vocazione missionaria proprio a Santa Maria, nei tre anni in cui fu coadiutore. Poi la partenza per il Venezuela, prima e il Guatemala poi. Nel 2008 Benedetto XVI lo ha nominato vescovo di Zapata e successivamente del Quiché.
Presente alla partecipata celebrazione (circa mille fedeli) ovviamente anche il vescovo Daniele.
La serata di preghiera è iniziata alle 20.30 con la recita del Rosario. Nel mentre partiva dalla Colonia Seriana la processione dei fedeli e dei tre vescovi. È arrivata nel piazzale quando il Rosario era già terminato.
All’inizio della celebrazione, l’assemblea ha cantato l’inno di Santa Maria e – di seguito – il vescovo Daniele ha salutato il card. Cantoni: “La chiamata al cardinalato ha allargato lo spazio del tuo lavoro pastorale. Siamo qui per dirti che da questo piccolo angolo di terra cremasca ti accompagniamo e preghiamo per te.” E ha ricordato padre Alfredo Cremonesi, martire in Birmania: proprio al sangue dei martiri fa riferimento il colore della porpora cardinalizia! Ha salutato anche mons. Rosolino “che e stato curato qui a Santa Maria per tre anni, prima di partire per il Venezuela e poi per il Guatemala.” Infine un grazie a tutti i presenti, soprattutto alle autorità.
Dopo la proclamazione della Parola di Dio, il card. Cantoni ha parlato con affetto ai presenti. Ha ricordato gli anni trascorsi insieme: “Con voi ho cercato di vivere da discepolo del Signore, per voi, ho vissuto questi anni insieme come vescovo e pastore, portando cioè i pesi e le responsabilità che questo gravoso ministero comporta. Devo confidarvi che ho ricevuto molto da voi, dalla vostra preziosa tradizione cremasca.”
Ha poi ricordato il passaggio a Como e l’inattesa nomina a cardinale da parte di papa Francesco: “Vi ringrazio di cuore – ha detto – per la vostra vicinanza, avete gioito, ma anche pregato per me e per il ministero non facile che mi è stato affidato.” Infine un invito a vivere il Vangelo: “Oggi c’è bisogno non di una ‘nuova Chiesa’, ma di una ‘Chiesa nuova’, che possa rispondere efficacemente alle esigenze nascoste di tanti uomini e donne bisognosi di sperimentare la bontà, la tenerezza e la misericordia di Dio e accorgersi di essere figli, a lungo attesi e mai giudicati.” (in calce l’intero discorso del card. Cantoni) .
Dopo l’omelia il vescovo Daniele ha annunciato la nuova nomina di padre Arnold a parroco dell’Unità pastorale di Santa Maria, Sant’Angela Merici e Santo Stefano. Il Consiglio dei Missionari dello Spirito Santo (cui è affidata da anni la comunità di Santa Maria) lo ha indicato come nuovo parroco, successore di padre Armando che tornerà in Messico, dopo l’elezione nel Consiglio Provinciale della Congregazione. Al vescovo il compito di nominarlo ufficialmente.
Ha chiesto di pregare per lui. È seguita subito la cerimonia del rinnovo delle promesse sacerdotali da parte del neo-parroco e dell’impegno a servire la sua comunità. “Che l’Unità pastorale, guidata da p. Arnold – ha aggiunto mons. Gianotti – possa crescere nella comunione e nella testimonianza del Vangelo.”
Al termine dell’Eucarestia, p. Arnold ha ringraziato vescovo e fedeli, mentre padre Armando ha salutato, commosso, la comunità che ha guidato per diversi anni.
La celebrazione si è conclusa con la benedizione del card. Cantoni che ha ringraziato ancora una volta vescovo e fedeli, prima di intrattenersi nel piazzale della basilica per salutare personalmente sacerdoti e amici.
L’OMELIA DEL CARD. CANTONI
Un saluto cordiale e affettuoso a tutti voi qui presenti, sacerdoti, laici e laiche, religiosi e religiose, membri della vita consacrata. Un ossequio particolare al vescovo Rosolino , mentre voglio ricordare anche il vescovo Franco e i due missionari in Uruguay.
Un sincero ringraziamento al fratello vescovo Daniele per avermi invitato questa sera a celebrare con voi l’Eucaristia.
Ho preferito questo appuntamento annuale qui a s. Maria della Croce per rivedere il maggior numero di persone e così poter ravvivare e confermare la nostra comunione.
È una occasione questa per ritornare con animo grato gli anni della mia presenza tra voi, dal 2005 al 2016.
Undici anni di vita trascorsi insieme, dove abbiamo cercato di vivere semplicemente da cristiani, un lungo periodo in cui mi sono addestrato nel ministero episcopale, secondo le attese della Chiesa e del santo popolo di Dio.
Ho dedicato tutte le mie energie nel servirvi con semplicità, accompagnandovi con una vicinanza di fratello, di amico e di padre.
Con voi ho cercato di vivere da discepolo del Signore, per voi, ho vissuto questi anni insieme come vescovo e pastore, portando cioè i pesi e le responsabilità che questo gravoso ministero comporta.
Devo confidarvi che ho ricevuto molto da voi, dalla vostra preziosa tradizione cremasca, dall’esempio di fede e di grande carità di tanti di voi, di amore alla Chiesa che vi caratterizza, ma anche dalla schiettezza dei vostri rapporti.
Ricordo la vostra genuina accoglienza, caratterizzata da una particolare cordialità, per cui mi sono sentito fin da subito uno di voi, ma anche teneramente amato.
Poi, il Signore, nel novembre del 2016, mi ha richiamato a Como, mia diocesi nativa, una Chiesa in cui sono cresciuto come figlio e discepolo, una realtà complessa, con un territorio ampio cinque volte quello di Crema.
Da figlio e fratello, sono stato chiamato a rivestire il non facile ruolo di padre, in un momento impegnativo e sofferto, in cui è stato necessario coniugare insieme dolcezza e prudenza. Penso al dramma della uccisione di un prete di strada, don Roberto, che però si è tramutato in una grazia, conosciuto e venerato in tutta Italia.
In seguito, quando meno me lo aspettavo, papa Francesco, nella domenica della Ascensione dello scorso anno, mi ha costituito, senza avvisarmi prima, cardinale, cioè un immediato suo collaboratore.
Vi confesso il mio profondo stupore e la mia meraviglia per questa scelta che ho ricevuto solo due ore dopo l’annuncio del Papa in piazza s. Pietro. Scelta che considero ancora oggi immeritata! Mi sono sentito incoraggiato e sostenuto dalla preghiera e dalla gioia dei comaschi, unita certamente anche alla vostra.
Vi ringrazio di cuore per la vostra vicinanza, avete gioito, ma anche pregato per me e per il ministero non facile che mi è stato affidato.
Molti di voi, con il vescovo Daniele, hanno preso parte al Concistoro, lo scorso 27 agosto, in s. Pietro. Poi abbiamo reso grazie al Signore in una s. Messa celebrata il giorno seguente a Roma, nella chiesa di s. Giuseppe al Trionfale,in un clima particolarmente festoso.
Questa sera siamo riuniti insieme in questo nostro cenacolo, dove Maria ci accoglie ogni anno come madre e maestra, ci insegna a seguire Gesù suo figlio e ci invita a invocare lo Spirito Santo, come ha fatto con i discepoli nel cenacolo di Gerusalemme, in un momento in cui erano impauriti e non sapevano come riprendere il cammino senza il loro Maestro.
A Maria, che ci è madre, affidiamo, come sempre, le nostre famiglie, con le vicissitudini di ogni giorno.
Affidiamo anche i nostri ragazzi e i nostri giovani perché non abbandonino la fede dei padri, ma scelgano di vivere secondo il vangelo, scoprendolo come il grande dono che valorizza la vita, e che permette di estendere il loro cuore fino alle grandi necessità del mondo di oggi.
Non è facile vivere da cristiani, ascoltare la Parola e metterla in pratica, come ci raccomanda Gesù nel vangelo. Certo che è meglio vivere da cristiani senza dirlo, che dirlo senza esserlo. Non basta cioè un cristianesimo di facciata o delle sole grandi occasioni, per poi ritornare a vivere con altre prospettive che ci allontanano da Dio.
È pur vero che oggi il compito urgente nella Chiesa è quello di trovare nuove forme per annunciare il vangelo, a partire dalle grandi domande, presenti nel cuore degli uomini di questo tempo, che colmi la loro sete di Dio, espressa anche con nuovi linguaggi.
Oggi c’è bisogno non di una “nuova Chiesa, ma di una Chiesa nuova”, che possa rispondere efficacemente alle esigenze nascoste di tanti uomini e donne bisognosi di sperimentare la bontà, la tenerezza e la misericordia di Dio e accorgersi di essere figli, a lungo attesi e mai giudicati.
Il Signore chiede a noi, suoi amici, di tradurlo al vivo attraverso la nostra quotidiana testimonianza, come singoli, ma anche come comunità cristiana.
Che tutti, soprattutto i poveri, possano sperimentare la visita di Dio mentre ci prendiamo cura di loro, uscendo così dalla indifferenza e dalle nostre chiusure. Auguro alle parrocchie di essere sempre più comunità di fede, di fraternità e di accoglienza verso i più bisognosi.
A tutti voi la pace e la gioia di Dio, in abbondanza.