Buon Pastore: 90 anni di fondazione della Casa

90 anni di fondazione della Casa del Buon Pastore
Il vescovo Daniele con la comunità della suore del Buon Pastore, dopo la celebrazione della santa Messa

L’annuale ricorrenza della domenica di Gesù Buon Pastore, quest’anno, per le suore del Buon Pastore ha coinciso con la memoria di un evento particolare: il 90° anniversario della posa della prima pietra della loro sede in via Carlo Urbino a Crema. 

Ieri mattina il vescovo Daniele ha celebrato la Santa Messa per la comunità ed è stata una giornata di festa.

LA COSTRUZIONE DELLA CASA

Era il 27 aprile 1933 quando Sua Eccellenza monsignor Marcello Mimmi si recò nell’allora via Lodi, in un’ampia area alla periferia della città, per benedire la pietra che dava inizio ai lavori di costruzione dell’imponente struttura. Doveva ospitare la Comunità religiosa, le bambine e le ragazze del collegio Pia Casa Provvidenza gestito dalle suore.

Alla semplice cerimonia erano presenti le suore, le collegiali, le maestranze, gli operai e le “pie signore” che già avevano provveduto a delimitare l’area con il muro di cinta che tuttora circonda la casa. Per tutti era l’occasione per rendere lode al Signore che sempre provvede e accompagna chi a Lui si affida e per chiedere la Sua protezione per il periodo della costruzione. Ma soprattutto perché la struttura fosse segno della Sua presenza attraverso la lode e la carità di coloro che a Lui avevano donato la vita.

La necessità di provvedere alla nuova sede, a causa dell’inagibilità di quella di via Garibaldi, ora via Dante Alighieri, già aveva incontrato difficoltà, incomprensioni e sofferenze. Ma la tenacia e la lungimiranza della superiora, madre Geltrude Mazzoleni, sostenuta dalla preghiera fiduciosa e confidente di tutte le suore, seppero aiutarla a “leggere” nelle varie situazioni che “le opere di Dio si fanno strada con la croce”. 

La madre stessa seguì con impegno i lavori, recandosi spesso nel cantiere per dare “suggerimenti preziosi” a coloro che si prodigavano con tanta alacrità. La costruzione terminò nella primavera del 1934 e le suore, le bambine e le ragazze vi entrarono il 27 giugno.

GLI ANNI DELLA GUERRA

Ulteriori trepidazioni accompagnarono lo scoppio della guerra quando la casa fu scelta come ospedale militare dal 1941 al 1942 e, successivamente, come sede del comando tedesco, coinvolgendo direttamente la Comunità religiosa e le collegiali. 

Se durante il periodo di presenza dell’ospedale i positivi rapporti con i tenenti e i soldati ammalati offrirono alle suore l’occasione di un proficuo apostolato, molto più tenebroso fu il successivo. Sgomberata la casa e sfollate tutte le ospiti, i vari ambienti furono adattati alle nuove esigenze, suscitando nelle suore sofferenza e timori perché vedevano in pericolo il frutto di tante loro fatiche e desideri. La speranza, però, non si assopì. Anzi, attente e pronte a intervenire, seppero cogliere ogni occasione per rivendicare la loro proprietà fino a quando, al termine della guerra, poterono rientrarvi. 

LA RIPRESA

Grate al Signore per il pericolo scampato, soprattutto quello delle bombe per “far saltare” la casa, per due mesi, con l’aiuto dei diversi operai, si prodigarono per rimediare a tanta desolazione e ripristinare la bellezza della loro abitazione. La  casa venne poi custodita con cura, rendendola sempre più adatta alle esigenze che i tempi richiedevano per l’incremento della Comunità e dell’apostolato.

Quante voci sono risuonate nei luminosi corridoi, nell’ampio chiostro e negli spazi verdi che la circondano! Voci di fanciulle e giovani che nelle suore trovavano persone amiche, premurose nell’accompagnare la loro crescita umana e spirituale. Voci di gratitudine a Dio, Padre misericordioso, che in Gesù Buon Pastore rende visibile la Sua misericordia. Voci sommesse che, nella serenità della vita fraterna, si sostenevano nel fare della loro esistenza una lode al Signore nel servizio dei fratelli e delle sorelle.

LA SITUAZIONE ATTUALE

E ora che più esigua si è fatta la Comunità e lo spazio utilizzato è minore, una nuova modalità di concretizzazione del carisma, ricevuto dalla fondatrice Giulia Colbert, ha trovato realizzazione in un’ala dell’edificio. Si tratta del servizio del Consultorio familiare diocesano, realtà impegnata a far oggetto di attenzione e cura le persone segnate da fragilità e vulnerabilità.

Nel ringraziare tutte le suore che, in modi diversi, si sono prese cura della loro casa, tanta gratitudine è rivolta al Signore per aver sempre accompagnato il cammino della Comunità e a Lui si affida la speranza che nel futuro questo edificio possa essere ancora utilizzato come presenza benefica per il territorio.

La cerimonia di posa della prima pietra il 27 aprile 1933