Il Commissariato Polizia di Crema ha dato esecuzione alla misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, emesso dal GIP del Tribunale di Cremona, nei confronti di un cittadino italiano di anni 23 resosi responsabile di atti persecutori, percosse e danneggiamenti nei confronti della fidanzata, una connazionale 19enne.
“Il provvedimento – spiega il vicequestore Bruno Pagani – è stato applicato al termine di una complessa e mirata attività d’indagine svolta dai nostri uffici a seguito della denuncia sporta dalla giovane che ha raccontato di aver subìto vessazioni e maltrattamenti da alcuni anni dall’uomo con cui aveva una relazione sentimentale. I comportamenti illeciti, consistiti in violenza fisica e psicologica, avevano ingenerato un fondato timore nella vittima per la propria incolumità costringendola a modificare il proprio stile di vita. Dopo aver subìto dal partner per anni queste condotte, finalizzate a imporle per gelosia di frequentare soltanto amicizie femminili, esasperata dalla situazione e capendo che non si sarebbe risolta ma al contrario si sarebbe aggravata sempre di più, la giovane ha deciso di rivolgersi alla Polizia di Stato per aver un aiuto”.
L’ultimo episodio e la denuncia
Il culmine di una situazione ormai divenuta insostenibile lo si è avuto alcune settimane or sono quando il 23enne ha aspettato la ragazza all’esterno di un locale di Milano “e dopo averla rincorsa e raggiunta l’ha afferrata per i capelli prendendola a schiaffi. Nei giorni successivi le vessazioni sono continuate con chiamate incessanti anche in ore notturne e reiterate minacce. Le investigazioni svolte dal nostro ufficio hanno permesso di acquisire elementi comprovanti le responsabilità dell’indagato nelle vicende in questione”. È stata così attivata la prevista procedura denominata ‘Codice Rosso’ che ha consentito all’Autorità Giudiziaria di emettere in breve tempo la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla 19enne.
“Visto il crescendo delle condotte poste in essere dall’indagato, sempre più gravi e pericolose – conclude Pagani –, si ritiene che il provvedimento restrittivo abbia evitato ulteriori fatti criminosi a danno della donna. Si segnala che con la legge nr.69 del 2029 sono state apportate modifiche al codice penale prevedendo un incremento delle pene per i delitti relativi alla violenza di genere e una sorta di corsia accelerata per la trattazione urgente di tali procedimenti. È proprio grazie a questi nuovi strumenti che si è potuto in tempi brevi mettere in sicurezza la vittima e porre fine alle condotte persecutorie”.