Corridoi umanitari. La famiglia Hamza e 22 cremaschi dal Papa

Papa Francesco, questa mattina in Aula Paolo VI, ha ricevuto in udienza tutti i profughi e i rifugiati venuti in Italia e in Europa grazie ai “corridoi umanitari” che la Comunità di Sant’Egidio ha realizzato insieme alla Federazione delle Chiesa Evangeliche, la Tavola Valdese, la Caritas Italiana e la Cei.
Dal febbraio 2016 a oggi sono giunte, con questo modello, oltre seimila persone in Europa, di cui più di cinquemila in Italia. Tra questi anche la famiglia sirinia Hamza, che dopo anni trascorsi in un campo profughi in Libano, grazie appunto ai corridoi umanitari, è giunta il 19 dicembre 2019 alla stazione di Rogoredo ed è stata accolta, con calore, dalla comunità di San Bernardino. Quartiere della città di Crema dove tuttora risiede la famiglia.

In Aula Paolo VI testimonianze e l’importanza dei corridoi umanitari

All’udienza odierna dal Papa c’era anche la famiglia Hamza con una nutrita delegazione cremasca. Al particolare momento era presente anche Enrico Fantoni, direttore dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di Crema, che ci ha raccontato come già dalle ore 8 del mattino all’ingresso della città del Vaticano si fosse formata una lunga fila di gente, tutta legata ai corridoi umanitari, per prendere parte all’importante incontro.
“Una visione d’insieme dell’Aula Paolo VI, gremita all’inverosimile” commenta Fantoni, inviandoci questo scatto. Da lì a pochi minuti ha fatto il suo ingresso il Papa, accolto da un’ovazione incredibile.
L’udienza si è aperta con il saluto di Daniela Pompei, responsabili dei corridoi umanitari della Comunità di S. Egidio, poi spazio ad alcune testimonianze di rifugiati, venuti da lontano e fuggiti da situazioni tremende di morte e di distruzioni. Sono intervenuti anche degli italiani impegnati a integrarli con successo nel nostro Paese.
A seguire è stata la volta del Papa – palesemente stanco, ma lucido – che, nel suo breve intervento, ha sottolineato ancora una volta l’importanza dei corridoi umanitari come alternativa alle tragiche morti nel Mediterraneo, “ormai ridotto a cimitero”.
Al termine il Santo Padre non ha perso l’occasione di passare, in carrozzella, in mezzo alla gente, stringendo mani, accarezzando bambini, con una parola dolce per tutti.
Al termine dell’incontro la famiglia Hamza e la delegazione cremasca, emozionati dal bel momento vissuto in Aula Paolo VI, hanno partecipato al pranzo al sacco offerto dalla Comunità di S. Egidio.