Prosegue la visita pastorale del vescovo Daniele e della delegazione cremasca in Uruguay, presso la “Chiesa sorella” di San José de Mayo, nel Delta del Tigre, dove è presente don Paolo Rocca al quale si aggiungerà adesso don Maurizio Vailati in sostituzione di don Federico Bragonzi, rientrato a Crema.
Le notizie arrivano un po’ a fatica, in quanto nei vari spostamenti non sempre ci si trova in zone dove funziona la connessione wifi.
Viaggio attraverso l’Uruguay…
Lo scorso weekend è stato dedicato alla conoscenza delle varie strutture che sono presenti nella grande parrocchia del Delta del Tigre.
Nel corso della settimana appena conclusa, invece, il gruppo cremasco, insieme a don Paolo, ha vissuto un viaggio attraverso l’Uruguay “sia per ripercorrere i luoghi più importanti della presenza missionaria cremasca, sia per visitare, come in pellegrinaggio, i luoghi dove ha operato un antesignano e un modello della missione in questo Paese: don Lino Schiavini”.
La prima tappa, fa sapere Enrico Fantoni, direttore del Centro Missionario Diocesano, “non poteva essere che Ismael Cortinas, una delle comunità storiche della nostra missione. È sicuramente la più organizzata e l’unica che, anche dopo il trasferimento dei nostri preti al Delta del Tigre, è rimasta alle cure dei cremaschi. Qui c’è stata una Messa molto partecipata. Poi un ‘provvidenziale’ rinfresco che, a fronte dei 38 gradi, è stato assai gradito…”.
Dopo la notte trascorsa a Cardona – tappa obbligatoria e rasserenante, da sempre opportunità di incontro con i sacerdoti lodigiani, questa volta rappresentati da don Stefano Concardi – il vescovo Daniele e i suoi compagni di viaggio sono risaliti verso nord e, costeggiando il Rio della Plata, sono arrivati a Colonia del Santissimo Sacramento, la più antica città dell’Uruguay. È stata l’occasione per incontrare ben due vescovi, Daniele Fabiàn e Carlo Maria Collazzi (vescovo di Mercedes) che, nell’antica cattedrale, hanno concelebrato la Messa con monsignor Gianotti.
Nella cappella di San Benito
Prima di lasciare Colonia, la visita a una piccola cappella alla periferia della città dedicata a San Benito, originario di Palermo. “Si tratta di un santo di pelle nera – racconta Fantoni – molto venerato ovviamente dagli schiavi ed ex schiavi di origine africana. In Brasile è altrettanto venerato con il nome di San Bento. È curioso che da noi se ne sappia così poco. Forse dovremmo fare chiarezza anche noi su quei secoli nei quali la schiavitù, con la presenza spagnola in Italia, era presente pure da noi. Forse scopriremmo tante cose interessanti…”.
La tappa successiva, e non poteva essere diversamente, è stata a San José de Mayo, la sede della nostra diocesi sorella. Ne racconteremo nella prossima puntata di questo “diario” dall’Uruguay…