A una fiducia in forte risalita si contrappone l’azzeramento della crescita dei consumi nell’ultimo quarto del 2022. Segnali molto favorevoli si riscontrano sul versante dell’inflazione, molto elevata, ma probabilmente in significativa riduzione nei prossimi mesi. L’atteggiamento delle famiglie resta positivo e non si avvertono cambiamenti radicali nei comportamenti d’acquisto. Sono da escludere, quindi, almeno a breve termine, drastiche e generalizzate riduzioni della domanda. Questa la sintesi dell’analisi di Confcommercio Cremona nelle parole del presidente Andrea Badioni sul momento attuale.
“Non facciamoci cogliere impreparati”
“Caro bollette e inflazione spingono verso una recessione che, seppur di ridotta intensità, non può coglierci impreparati. Dobbiamo recuperare competitività ed è necessario rafforzare sostegni a famiglie e imprese”, sostiene Badioni. Prosegue, in ogni caso, la fase di “contraddizione” tra le evidenze emergenti dagli indicatori congiunturali diffusi da Confcommercio. A una fiducia in forte risalita, come detto, si contrappone l’azzeramento della crescita dei consumi nell’ultimo quarto del 2022. Produzione e occupazione sarebbero in riduzione tra novembre scorso e l’attuale mese di gennaio, eppure segnali molto favorevoli si riscontrano sul versante dell’inflazione, in calo si ipotizza nei prossimi mesi.
Dati contrastanti
Nonostante l’erosione del potere d’acquisto di redditi correnti e ricchezza liquida, solo in parte compensata dai sostegni pubblici, l’atteggiamento delle famiglie resta positivo e non si discosta dal solito. “Sono da escludere, quindi, almeno a breve termine, drastiche e generalizzate riduzioni della domanda”. Il rallentamento della domanda delle famiglie potrebbe innescare un ciclo recessivo di breve durata, con le stime di Confcommercio per il PIL di gennaio in calo dello 0,9% in termini congiunturali e in crescita dello 0,4% su base annua.
Tema energetico da affrontare seriamente
Il presidente di Confcommercio Cremona sottolinea: “Il 2022 si è chiuso con buoni risultati in termini di consumi, tuttavia l’indice dei consumi ci conferma che non siamo ancora tornati ai livelli pre-pandemia. Il tema dell’energia è da affrontare con decisione: le imprese italiane del terziario risultano pesantemente svantaggiate. Nonostante gli interventi del governo per l’energia elettrica – ad esempio – i nostri bar, hotel e ristoranti sono profondamente penalizzati da costi ancora insostenibili che ne minano l’attività”.