Suore del Buon Pastore. La poesia della classe terza per i fondatori Giulia Colbert e Carlo Falletti

Suore del Buon Pastore

Oggi, giovedì 19 gennaio, ricorre il 159° anniversario della salita al cielo di Giulia Colbert, la fondatrice delle Suore del Buon Pastore della scuola primaria “Pia Casa Provvidenza”.
La marchesa e il marito Carlo Falletti (marchese di Barolo), entrambi noti per la loro profonda fede e la propensione alla carità, furono autori di numerose iniziative benefiche sia educative sia assistenziali.

Le origini delle Suore del Buon Pastore

La marchesa Colbert e il marchese Falletti hanno fatto della propria vita un dono per tanti fratelli e sorelle. In particolare ricordiamo come Giulia si dedicò al problema delle carceri, denunciando presso il Governo la triste situazione delle prigioni e si impegnò per una riforma che trasformò il carcere da luogo di punizione a luogo di rieducazione e redenzione della persona. Tale esperienza portò la marchesa alla fondazione di varie istituzioni, in particolare di una Congregazione religiosa costituita anche da ex detenute: le Sorelle Penitenti di S. Maria Maddalena, oggi Suore del Buon Pastore.

La poesia

In occasione dell’anniversario della salita al cielo della marchesa, avvenuta il 19 gennaio 1864, in onore della generosa coppia di sposi gli alunni della classe terza del Buon Pastore della Fondazione Manziaao hanno composto una poesia.
Con molto piacere di seguito la pubblichiamo.

Nella Torino Risorgimentale
in un palazzo senza uguale
due giovani Marchesi
con zelo si son spesi,
per trasformarlo in alveare
dove i giovani ospitare.
Il dolce miele dell’Amore,
che riempiva il loro cuore,
in abbondanza fu riversato
su ogni fratello sfortunato:
per i bimbi da educare
un Asilo seppero donare,
per i giovani da istruire
diverse scuole fecero aprire,
per le giovani sventurate
dimore sane furono ideate.
Dalla natura generosa
seppero trarre frutti a iosa
e il Barolo trasformare
in un vino da usare
per tanti poveri e sfamare
e ammalati da curare.
Da quel ricco alveare
un grande albero fa arrivare
un messaggio di speranza
che abbrevia ogni distanza:
in ogni volto del fratello
è nascosto proprio quello
di Gesù, da loro amato
ed in tanti modi aiutato,
per le lacrime asciugare
e sorrisi far tornare.