Visita Pastorale. Vescovo: “Un dono e una grazia per portare Gesù ai fratelli”

La Visita Pastorale del vescovo Daniele, davanti a un buon numero di fedeli, è cominciata ufficialmente ieri sera, sabato 14 gennaio, con la veglia d’apertura nella chiesa di Quintano. In realtà già dalla mattina erano stati avviati gli incontri con le diverse realtà dell’Unità Pastorale intitolata a Carlo Acutis, che riunisce le parrocchie di Azzano, Capralba, Farinate, Pieranica, Quintano e Torlino Vimercati. Arrivato in chiesa, monsignor Gianotti, in una profonda genuflessione, s’è subito raccolto in preghiera davanti all’altare.
Durante la veglia la Visita è stata messa “sotto la luce a la potenza dello Spirito Santo” e affidata “al Signore e alla sua Parola perché ogni frutto buono possa maturare e sia accolto in rendimento di grazie”.

Visita come dono e grazia    

Sull’altare con il Vescovo c’erano il parroco don Piero lunghi, don Lorenzo Vailati, don Giuseppe Pagliari e don Emanuele Barbieri. Nell’assemblea per le amministrazioni comunali c’erano solo il sindaco di casa Elisa Guercilena, accompagnata dall’assessore Erika Pandini e il vicesindaco di Torlino Giuseppe Figoni
In apertura di veglia, ben animata da organo e voce, un giovane ha portato la Bibbia illuminata da due candele. “Carissimi, con questa liturgia diamo inizio alla Visita Pastorale di questa Unità. Visitare le comunità cristiane della diocesi è uno dei compiti del Vescovo. Da parte mia, però, mi dispongo a vivere questa visita come un dono e una grazia, prima che come un dovere – ha detto il pastore della diocesi –. E vorrei chiedere a Dio di farci questo dono nelle prossime settimane: di vivere la grazia dell’incontro, di fare l’esperienza del Signore Gesù che, mentre andava per paesi e villaggi annunciando la buona notizia del Regno di Dio, scopriva con stupore la fede e l’attesa di tanti”.

In ascolto, come Maria

Nell’omelia sua eccellenza non ha nascosto che “questa prima Visita nella vostra Unità serve un po’ da esperimento per calibrare meglio quelle future. Anche per me è la prima volta. Anche per questo vi ringrazio”. Il Vescovo ha riflettuto sulla Visita Pastorale ponendola sotto tre immagini bibliche. La prima, dal Vangelo appena proclamato, riguarda Gesù in casa di Marta e Maria. “Una casa dell’amicizia per Gesù che ha un legame stretto e profondo con queste due donne. Il testo suggerisce che per Gesù entrare in questa casa costituisce una sosta. Una prima indicazione preziosa: sia la Visita un momento di sosta per guardare le nostre comunità, ascoltare Gesù e la sua Parola”.
Nelle diverse tappe future ha invitato i fedeli a porsi nell’atteggiamento di Maria, che “si è messa ai piedi di Gesù per ascoltarlo”, per capire “cosa vuol dire essere la sua Chiesa oggi, per scoprire come essere Chiesa di Dio e comunità cristiana in questo tempo”.

Restare fedeli al Signore 

La seconda immagine proposta è stata quella di Barnaba che visita la comunità cristiana d’Antiochia. “Non andò a controllare, ma visse la grazia di Dio, invitando tutti a restare fedeli al Signore. Vorrei conoscervi e che mi faceste vedere che Dio è all’opera in mezzo a noi”. No, dunque, “alla tentazione di partire dal lamento per le cose che non vanno. Ci vuole qualcosa di più, uno sguardo di fede per vedere la grazia di Dio anche nelle fragilità e in ciò che sembra un fallimento”. Auspicando che l’incontro sia anche motivo di letizia e gioia e che lo Spirito Santo “ci spinga fuori per portare a tutti l’amore di Dio”.
Il Vescovo Daniele ha insistito sul termine “esortare”, nel senso di incoraggiare, sostenere, correggere, promuovendo il bene. “Paraclito è la parola greca che descrive tutto questo e che Gesù attribuisce allo Spirito Santo”.

Portare Gesù ai fratelli

La terza immagine è stata svelata dal Vescovo alla fine della veglia, poco prima della distribuzione dell’immagine ricordo della Visita. “C’è un quadro in Episcopio con la Visita di Maria a Elisabetta che vorrei diventasse l’immagine della nostra comunità, chiamata a portare Gesù ai fratelli. Se la Visita Pastorale portasse anche solo qualche passo avanti in questo senso sarebbe una grande cosa”, ha concluso monsignor Gianotti. “Portare Gesù agli altri si fa anche attraverso l’attenzione, la carità, la premura verso il prossimo. Questa è la Chiesa in uscita, ce lo dice anche il Papa”.
Nelle fasi precedenti la veglia aveva proposto il canto delle litanie dei santi (con invocazione, tra gli altri, dei patroni delle comunità, di san Pantaleone, patrono della diocesi e del beato cremasco Alfredo Cremonesi) e il rinnovo delle promesse battesimali, fino alla preghiera per la Visita pastorale composta dal Vescovo.