Territorio: dal Casalasco proposta per altre due aree omogenee

Rossoni al momento dell'elezione a presidente dell'Area Omogenea

Dal Casalasco arriva un’importante presa di posizione sulla necessità di costituire nella nostra provincia altre due aree omogenee, oltre a quella cremasca. A schierarsi a favore di questa soluzione è Valeria Patelli, sindaco di Calvatone e consigliera provinciale, la quale ha inviato una nota a Gianni Rossoni presidente dell’Area Omogenea Cremasca.
Dopo avere ricordato l’articolo 9 dello statuto della stessa Provincia e aver dato atto al Cremasco di essersi già mosso in questa direzione, sostiene la necessità di suddividere il territorio in tre aree omogenee: “Lo spirito non deve essere divisivo ma, a mio parere correttamente, bisogna rendersi conto che ogni area, e io in questo momento penso in particolare a quella casalasca, ha le proprie specificità e caratteristiche sociali, economiche e di relazione e che vadano quindi riconosciute e come tali e sviluppate”, ha detto Patelli.

Cremasco, esempio virtuoso

La sindaca cita il recente Protocollo d’Intesa per l’accordo quadro di sviluppo territoriale tematico (AQST) sottoscritto da 40 Comuni, dalle Province di Mantova e Cremona, dai due Gal e dal Parco Oglio Sud con Regione Lombardia, esempio di coesione territoriale e di pianificazione, finalizzato alla realizzazione di obbiettivi assai precisi. “Sono convinta– sottolinea – che per poter avere un dialogo maggiore e più puntuale con gli enti superiori regionale e provinciale il territorio casalasco debba andare in questa direzione, costituendo per il futuro la propria Area Omogenea sulla scorta dell’esempio a mio parere virtuoso dell’area cremasca, e debba iniziare concretamente a parlare con un’unica voce di un territorio unito e coeso”.

“Provincia aiuti questo virtuoso processo”

Patelli rafforza la sua tesi con una semplice osservazione: “La stessa Regione ha rivalutato l’importanza e il ruolo delle aree omogenee, riconoscendole come volano e possibilità di rilancio non solamente del singolo territorio, ma dell’intera area provinciale”. La sindaca di Calvatone non manca di osservare che “allo stesso modo penso che il medesimo percorso debba essere portato avanti dai Comuni afferenti all’area cremonese. Lo strumento esiste, si tratta di dargli esecuzione”. La sindaca non lascia spazio a dubbi sull’interpretazione del suo pensiero. “Infine da consigliere provinciale penso debba essere la Provincia – quale casa dei Comuni – a proporsi come attore principale e super partes, e aiutare i territori in questo processo virtuoso”.

Strategia per tenere unito il territorio

Patelli conclude con un appello a tutti coloro che sono parte in causa in questa operazione. “Abbandoniamo quindi i campanilismi e facciamoci interpreti di un’azione comune”. Rossoni ringrazia la sindaca e consigliera provinciale per la sua chiara e precisa presa di posizione e, nel condividere le sue considerazioni, commenta: “Per la provincia di Cremona è il momento del coraggio, indispensabile per cambiare e creare un territorio di tre aree omogenee che non siano divisive, ma che sappiano valorizzare ed esaltare le articolazioni territoriali. E’ questo infatti l’unico modo per tenere unito il territorio provinciale”.