Il numero degli occupati in Lombardia nel secondo trimestre di quest’anno tocca il livello di 4 milioni e 439mila unità, con una crescita di ben 115mila posizioni su base annua. È questa la principale evidenza del rapporto di
#Unioncamere Lombardia realizzato sulla base delle stime e dati Istat e Inps relativi al secondo trimestre di quest’anno. Con questi dati il tasso di occupazione regionale si attesta al 68,3%, un livello nettamente
superiore alla media nazionale (60,5%) e in crescita di quasi due punti su base annua.
Recuperati i livelli pre Covid
L’assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi così commenta: “I dati positivi sono segno della stabilità e del nostro sistema economico produttivo, messo però a rischio dai costi energetici; continueremo a esprimere il nostro potenziale offrendo opportunità di lavoro solo se l’intervento dell’Europa sul tema energetico ci sarà e sarà immediato ed efficace”. Prosegue quindi la fase positiva del mercato del lavoro regionale avviata nel secondo trimestre 2021, sebbene con un lieve rallentamento rispetto all’incremento già registrato nei primi tre mesi dell’anno. Il recupero dei livelli pre-Covid appare quindi quasi completato: mancano solo 30mila occupati per tornare ai valori del 2019.
Auricchio: “Mercato del lavoro in piena salute”
“I dati lombardi di questo primo semestre 2022 mostrano un mercato del lavoro ancora in piena salute, anche se ci sono segnali di rallentamento” ha commentato Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia. “Il rafforzamento del tempo indeterminato – ha continuato – è un fatto molto positivo che segnala il consolidamento della crescita nell’occupazione ampliando gli organici stabili delle imprese. Resta da vedere quale sarà l’impatto dei costi di produzione ed energia sulle prossime rilevazioni trimestrali visto il calo che i dati più recenti sembrano già indicare a livello nazionale”.
Più marcata la componente maschile
Si conferma la fase di maggior incremento della componente maschile della forza lavoro (+3,4% gli occupati su base annua), trainata dall’espansione dei settori dell’industria (+6,5%) e delle costruzioni (+5,6%). Più lenta invece la crescita dell’occupazione femminile (+1,7%), anche per via del primo calo – dopo un anno di segni positivi – registrato dal comparto dei servizi diversi dal commercio (-0,5%). Si allarga quindi il divario di genere nella popolazione lavorativa.
Calano disoccupazione e cassa integrazione
Ancora in diminuzione la disoccupazione, con il tasso che scende al 5% e si riporta in linea con i livelli pre-crisi. La crescita degli occupati spinge al rialzo il tasso di attività (71,9%), che misura la partecipazione della popolazione al mercato del lavoro, in crescita di 1,2 punti su base annua e ormai prossimo anch’esso ai valori del 2019. La cassa integrazione conferma il forte calo su base annua pur restando ancora superiore ai valori pre-Covid: diminuiscono dell’87% le ore autorizzate. Scendono tutte le componenti della Cig tranne quella straordinaria.