Decreto aiuti ter. Finanziamenti anche alle paritarie

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Il Consiglio dei Ministri

Nelle ultime battute della legislatura il Consiglio dei ministri ha varato all’unanimità il terzo decreto-legge contenente misure di sostegno per fronteggiare gli effetti della crisi energetica. Con il decreto aiuti-ter vengono messi in campo per famiglie e imprese altri 14 miliardi, che “si aggiungono – ha spiegato Mario Draghi in conferenza stampa – ai quasi 50 dei mesi scorsi”. Nel complesso, ha sottolineato ancora il premier dimissionario (che a una domanda sull’ipotetica possibilità di un secondo mandato post-elettorale ha risposto seccamente “no”), il valore dei sostegni è pari al 3,5% del Prodotto interno lordo e quindi l’Italia è “tra i Paesi che hanno speso di più in Europa”.

AIUTI ALLE PARITARIE

Nel nostro editoriale – pubblicato nel numero del Nuovo Torrazzo di oggi – scrivevamo ieri sera che il Governo non teneva conto delle scuole paritarie, citando una cominciato stampa del presidente della Fism Redaelli in merito. È invece – ed è una buona notizia– mentre scrivevamo, il governo ha finalmente accolto le richieste delle scuole paritarie stanziando 10 milioni di Euro per sostenere il caro bollette. Si è così scongiurato il rischio chiusura per tante scuole del Paese. Ovviamente grande la soddisfazione delle associazioni delle scuole paritarie.

Giampiero Redaelli, presidente della FISM nazionale, la Federazione Italiana Scuole Materne alla quale fanno riferimento nel nostro Paese circa novemila realtà educative frequentate da mezzo milione di bambini, ha preso atto con favore dell’aperto sostegno manifestato nelle dichiarazioni di diversi ministri e parlamentari a favore dell’aiuto alle scuole paritarie dell’infanzia in questo momento di grande difficoltà determinato soprattutto da rincari delle bollette.

“Con la loro determinazione hanno creato le condizioni perché il Governo del Presidente Mario Draghi desse un preciso segnale di sostegno al movimento paritario nel suo sforzo di sostegno all’intero sistema nazionale integrato di educazione ed istruzione”, ha dichiarato questa mattina Redaelli. E ha aggiunto: “Ora non tutto è risolto ma il gesto del Governo rende concreto l’apprezzamento per il lavoro educativo ed il presidio social che le scuole paritarie svolgono nel nostro paese”.

“Carissimi ragazzi – scrive suor Anna Monia, esponente di spicco delle scuole cattoliche – i grandi cambiamenti passano dalla costanza della goccia che vi restituisce il diritto di sognare! Credetemi sono emozionata che il decreto abbia pensato a voi studenti delle paritarie e sono sinceramente grata al Governo e ai singoli ministri che si sono spesi in modo eroico sino alla fine di questa legislatura. Restiamo fiduciosi il bene vincerà sempre! È questione di tempo. Ma l’Italia tornerà ad avere un pluralismo educativo! 

ALTRI AIUTI

Nel decreto si estende il credito d’imposta alle imprese più piccole e si assicura la garanzia statale ai prestiti alle imprese in difficoltà per il caro-bollette (in pratica si tratta della possibilità di rateizzare). Un bonus una tantum di 150 euro verrà erogato a chi ha redditi inferiori ai 20 mila euro lordi annui, compresi i pensionati (una platea di circa 22 milioni di cittadini). Altri stanziamenti riguardano il sistema sanitario, il settore agricolo e quello sportivo, il trasporto pubblico locale, il terzo settore e in particolare gli enti che gestiscono servizi per i disabili. Prorogata la riduzione delle accise su gasolio e benzina.

DECRETO SENZA NUOVO DEFICIT

Draghi ha tenuto a rimarcare che non è stato necessario fare nuovo deficit. L’indebitamento, gli ha fatto eco il ministro dell’Economia Daniele Franco, resta quello indicato a suo tempo nei documenti di programmazione (Def e Nadef) in quanto “le coperture del decreto derivano dalle maggiori entrate, dalla razionalizzazione delle poste di bilancio e dal meccanismo di compensazione applicato alle fonti rinnovabili”. È stata comunque necessaria l’autorizzazione parlamentare, con un voto a maggioranza assoluta espresso nei giorni scorsi da entrambe le Camere, dato che formalmente si è avuto un aggiornamento di bilancio.

La conversione in legge del decreto aiuti-ter (entro 60 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) sarà un compito del nuovo Parlamento eletto il 25 settembre. I decreti-legge, infatti, non decadono nel cambio di legislatura.

Sarà invece convertito in extremis il decreto aiuti-bis che scade il prossimo 8 ottobre. Non solo ha richiesto una gestazione molto faticosa per la controversa questione del Superbonus. Ma è stato anche al centro di una sorta di giallo per l’approvazione semi-clandestina in Senato di una norma che introduceva una deroga al tetto di 240 mila euro attualmente previsto per le retribuzioni degli alti dirigenti pubblici. Norma di cui nessuno si è assunto pienamente la paternità, ma cheha scandalizzato l’opinione pubblica e ha suscitato la riprovazione di Palazzo Chigi e dello stesso Quirinale. Nel passaggio alla Camera la norma è stata soppressa, ma essendo stato modificato il testo licenziato dal Senato il decreto dovrà tornare in questo ramo del Parlamento il prossimo 20 settembre per l’approvazione definitiva.