Oscar, cardinale e don, accolto a Como

A Como il card. Cantoni
Il card. Cantoni presiede l'Eucarestia nel duomo di Como

Città di Como in festa mercoledì pomeriggio per celebrare il patrono sant’Abbondio (vescovo di Como nel V secolo e patrono della città), ma soprattutto – quest’anno – per accogliere in diocesi il vescovo Oscar, creato cardinale da papa Francesco il 27 agosto.
L’arrivo in piazza Duomo alle 17. Il saluto delle autorità: il sindaco Alessandro Rapinese (che lo chiama don Oscar, come lui vuol essere chiamato), il prefetto Andrea Polichetti, il presidente della Provincia Fiorenzo Bongiasca. Poi l’ingresso in una cattedrale stracolma come nelle grandi occasioni. Presenti numerosi sacerdoti, una delegazione di Crema con il vescovo Daniele. Al fianco del card. Cantoni, che alla porta della cattedrale, ha bedetto il popolo, il card. Coccopalmerio, i vescovi lombardi tra cui il metropolita arcivescovo di Milano mons. Delpini.
Splendida la cattedrale di Como, nelle sue tre parti: gotiche, rinascimentali e barocche che esprimono una lunga storia e un profondo senso spirituale.
Il corteo ha faticato a procedere, perché il cardinale Oscar saluta tanti fedeli personalmente.
Prima della Messa il saluto del parroco della cattedrale che ha invocato anche la Madonna della Pace di Monteverde, chiesa romana attribuita come titolo da papa Francesco appunto al card. Cantoni. Al termine il saluto del vicario generale e del’arcivescovo Delpini.

LE PAROLE DEL CARD. CANTONI

Molto emozionato e visibilmente contento il card. Cantoni nell’omelia ha ringraziato tutti coloro che sono accorsi in cattedrale, i rappresentanti della Chiesa di Crema, i vescovi lombardi. “Ho ricevuto dal Signore il dono del cardinalato – ha detto– credo che anche sant’Abbondio lodi e glorifichi con noi il Signore. “Ho accolto con molta  meraviglia – ha aggiunto – la nomina cardinale, ma l’ho accolta come un approfondimento della mia chiamata che richiede una risposta più generosa.”
E ha invitato a non interpretare la nomina con un taglio mondano, nella logica della carriera e del successo, ma sia intesa evangelicamente: un’occasione in più per servire il popolo in tutte le sue attese e promuovendo la sua dignità.
Ha chiesto poi che vengano costituite comunità cristiane con un forte esperienza di comunione e di missione… così da poter andar incontro a coloro che sono lontani dalla fede. Con il Covid che ha cambiato il mondo, no ai pessimismi, ma impegno a ricominciare con forza, come una vera sfida per immaginare una pastorale nuova che possa riproporre la vita cristiana in forme nuove che vadano bene agli uomini di oggi. Così che tutti possano trovare fiducia e speranza: “Osate qualcosa di nuovo”. 

UNA CHIESA MARTIRE

Infine ha ricordato il colore di cui è stato rivestito come cardinale: è quello del sangue che ci richiama come la testimonianza di Cristo debba giungere fino al martirio: “Come i nostri martiri che ho omaggiato oggi pomeriggio quelli di ieri e quelli recenti.” E ha ricordato, fra i molti nomi, la vita donata di don Roberto Malgesini la cui testimonianza coinvolge ancora tante persone tra cui papa Francesco. “Tutti questi martiri ci fanno vivere come una Chiesa martire e credo sia questo uno dei motivi per la mia nomina.”
E ha concluso ringraziando papa Francesco: dandogli il dono dell’anello cardinalizio gli disse: “Sappi che mediante l’amore del principe degli apostoli si rafforzi il tuo amore verso la Chiesa.” L’assemblea ha risposto con un lungo applauso.

LA CONCLUSIONE E IL RINFRESCO

La Messa è proseguita, concelebrata dai vescovi lombardi e dai numerosi sacerdoti presenti. Al termine la solenne benedizione papale e il dono dell’indulgenza.
Poi tutti negli splendidi saloni del Teatro Sociale per un buon rinfresco. Qui il neo-cardinale ha incontrato e salutato ciascuno. Anche noi piccola delegazione cremasca, con lo scatto di una fotografia.

Tanti auguri card. Oscar, per un fecondo apostolato nello Spirito Santo!