Lo scopo di tale Giornata è la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema della protezione internazionale e delle migrazioni forzate.
“Si celebra il coraggio, la forza e la resilienza dei milioni di persone costrette a fuggire da conflitti, violenze, violazioni dei diritti umani e persecuzioni” afferma UNHCR (agenzia Onu per i Rifugiati).
I numeri delle protezioni temporanee concesse nei Paesi europei
Oggi, più che mai, quando si parla di rifugiati, il pensiero va a quanti (tanti) ucraini sono stati costretti ad abbandonare il loro Paese, i loro affetti e le loro case per salvarsi e non cadere vittime di quessta guerra che ormai dura oltre 100 giorni.
A tal proposito si segnala che la Polonia è il Paese dell’Ue che a marzo ha concesso il maggior numero di protezioni temporanee agli ucraini fuggiti dopo il 24 febbraio, quando la Russia ha iniziato a invadere militarmente il Paese confinante: sarebbero stati 675.085, secondo quanto diffuso oggi dall’ufficio europeo di statistica Eurostat. Tra di loro, il 54% minori di 18 anni e per il 66% donne.
Al secondo posto sono Repubblica Ceca (244.650 con il 40% di minori e il 67% di donne) e Slovacchia (58.750 con il 41% di minori e il 70% di donne).
Ad aprile il numero è significativamente calato in Polonia (-249.465 persone rispetto a marzo 2022) e Slovacchia (-45.310), mentre è cresciuto in Bulgaria e Lituania (rispettivamente +30.965 e +21.800 persone rispetto a marzo 2022).
Se si guarda alla proporzione rispetto ai mille abitanti, la percentuale più alta di cittadini ucraini a cui è stata concessa la protezione temporanea nel marzo 2022 è stata registrata nella Repubblica Ceca (22,9 ogni mille abitanti), seguita da Polonia (17,8), Slovacchia (10,8) ed Estonia (10,5).
Non solo ucraini
Eurostat segnala che tra i maschi a cui è stata assegnata la protezione temporanea negli Stati membri dell’Ue, “la maggioranza erano ragazzi di età inferiore ai 18 anni”. E specifica: ad aver ricevuto tale status negli Stati membri dell’Ue, vi sono stati anche alcuni che non erano cittadini ucraini, come i 575 russi e 325 bielorussi accolti in Polonia. La raccolta di questi dati, precisa Eurostat, avviene su base volontaria da parte degli Stati e quindi può avere delle lacune.