I soci di Scrp – convocati ieri alle 18.30 in assemblea ordinaria dal liquidatore ingegner Giovanni Soffiantini presso gli uffici di Reindustria Innovazione – hanno approvato a stragrande maggioranza l’ipotesi di accordo con gli otto sindaci che cinque anni fa, al momento dell’adozione delle modifiche statutarie, hanno esercitato il diritto di recesso.
L’intesa è stata raggiunta al termine d’un lungo e serrato confronto, condotto più sul piano politico che forense – sul quale le disquisizioni semantiche finiscono col prevaricare la sostanza – mirato a mettere fine alla deleteria spaccatura territoriale creatasi sotto la gestione della Società Cremasca reti e Patrimonio da parte di amministratori-tecnici.
Unità territoriale
A chiudere la partita, degenerata in un improvvido contenzioso giudiziario, l’amministratore delegato della costituenda nuova società Consorzio.IT – in cui confluirà con procedura cosiddetta di “fusione inversa” la società patrimoniale in liquidazione – ingegner Bruno Garatti. Il quale, pragmatico per formazione professionale ma anche esperienza politica – essendo stato segretario dei Ds e presidente di Scs (Società Cremasca Servizi) Gestioni – ha da subito affrontato la questione scevro da pregiudiziali e spirito di rivalsa. E, puntando con determinazione all’obiettivo di ricomporre l’unità territoriale, ha impostato la trattativa sulla ricerca di punti di mediazione, smussando le contrapposizioni che hanno portato lo scontro nelle aule del tribunale.
L’operazione, riconoscendo implicitamente agli otto d’aver legittimamente esercitato, al momento dell’adozione delle modifiche statutarie, il diritto di recesso – previsto dallo statuto della società, come per altro nella circostanza evidenziato dall’allora presidente Pietro Moro – consente di procedere finalmente alla liquidazione delle spettanze, che ammontano complessivamente a poco più di 3,6 milioni di euro, al netto degli interessi di mora, a cui i recedenti hanno accettato di rinunciare.
Scrp liquidata
L’accordo – come già spiegato martedì della scorsa settimana al Comitato di indirizzo e controllo riunito dal presidente Aldo Casorati – consente di chiudere definitivamente la liquidazione di Scrp e di procedere alla costituzione della nuova Consorzio.IT, con gli 8 Comuni che s’impegnano contestualmente a rientrare nell’alveo della società di servizi territoriale, attraverso un aumento di capitale sociale dedicato, acquisendo ciascuno l’8% delle azioni per un importo complessivo di 500 mila euro, in modo da poter convenzionare i servizi dalla stessa forniti.
Già la scorsa settimana i sindaci di Chieve e Monte – Davide Bettinelli e Giuseppe Lupo Stanghellini, entrambi ora esponenti di Fratelli d’Italia – avevano espresso contrarietà all’operazione. Posizione confermata ieri nell’assemblea dei soci di Scrp, con il voto contrario in aggiunta – per delega – del collega di Ripalta Guerina, Luca Guerini.
“Accordo iniquo”
“Lo ritengo un accordo iniquo – commenta a caldo Lupo Stanghellini – in quanto consente agli otto di rientrare nella nuova società versando ciascuno solo l’8% di quanto percepiscono per la fuoriuscita. Non è un modo adeguato di gestire una transazione, per la quale non regge nemmeno la motivazione politica della ritrovata unità del territorio, dal momento che Consorzio.It s’appresta ad aprire l’ingresso anche di Comuni del Lodigiano, della Bergamasca e forse addirittura del Mantovano, intenzionati a usufruire di alcuni suoi servizi.
Poco convinti anche i sindaci di Madignano Elena Festari e di Sergnano Angelo Scarpelli, che si sono astenuti. Oggi alle 17.30, i sindaci dell’Area Omogenea terranno una conferenza stampa, in sala Ricevimenti del Comune di Crema, per illustrare l’accordo.