Sei luoghi, da Salvirola a Romanengo, da Izano a Madignano, da Ricengo a Offanengo, parleranno alle generazioni future dell’impegno dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino contro la mafia. L’Istituto Comprensivo offanenghese, che dei due magistrati assassinati porta il nome, ha infatti programmato l’intitolazione di sei luoghi agli agenti della Polizia di Stato che hanno perso la vita nelle stragi di Capaci e via d’Amelio. L’iniziativa si inserisce nel contesto degli eventi promossi in occasione del 30° anniversario dei due drammatici episodi che scossero non solo l’Italia ma il mondo intero il 23 maggio e il 19 luglio del 1992. Era la cruenta reazione della mafia che i due giudici stavano combattendo con risultati straordinari.
Incontri e intitolazioni
Nel corso della settimana, i ragazzi delle scuole secondarie di Romanengo e Offanengo hanno incontrato testimoni di giustizia e un ex camorrista. Momenti utili a far riflettere le nuove generazioni sull’importanza del cambiamento, della denuncia e del coraggio. Quindi, lunedì 23 maggio, l’atteso momento delle intitolazioni. “La scuola – spiegano dall’Istituto – ha proposto alle amministrazioni comunali di individuare una strada, un parco o altro luogo da dedicare a chi ha sacrificato la vita stando vicino ai due magistrati. Un’iniziativa condivisa dagli studenti che è stata subito accolta dai cinque primi cittadini, che tutti insieme nella giornata di lunedì 23 terranno con i ragazzi e gli insegnanti delle cerimonie in concomitanza”.
A Madignano sarà intitolato il parchetto di Ripalta Vecchia, ad Antonio Montinaro, capo scorta di Falcone. Izano, Ricengo e Salvirola dedicheranno rispettivamente il piazzale di via San Biagio, il parco vicino a via Ghisetti Giavarina e il giardino accanto alla scuola primaria, a Emanuela Loi, la giovane poliziotta ammazzata in via d’Amelio mentre proteggeva Paolo Borsellino. A Romanengo, l’amministrazione comunale ha scelto di ricordare la moglie di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, dedicandole il piazzale adiacente le scuole primaria e secondaria A Offanengo, invece, sarà la scuola a intitolare il proprio vivaio a Montinaro.
Negli incontro tenutisi in settimana gli studenti hanno avuto modo di parlare, collegati a distanza, con quattro persone che hanno cambiato la loro vita intrecciandola per sempre con la giustizia e la ricerca della verità.
Il programma degli interessanti momenti, utili a creare una coscienza civica, prevedeva lunedì il collegamento con l’onorevole Piera Aiello che nel 1985 a 18 anni fu costretta a sposare Nicola Atria, ucciso il 24 giugno 1991, in sua presenza. A seguito di quest’evento, Aiello decise di denunciare i due assassini del marito e iniziò a collaborare, unitamente alla cognata Rita Atria, con la polizia e la magistratura e con il giudice Paolo Borsellino. Da allora ha vissuto con un’altra identità, fino alle elezioni del 2018.
Mercoledì è stata la volta di Giuseppe Carini che ha permesso l’arresto degli uccisori di don Pino Puglisi. Diventato un testimone di giustizia, è stato costretto ad abbandonare gli studi. Con una nuova identità segreta, Giuseppe ha iniziato una lunga battaglia per la legalità e i diritti dei testimoni nel nome di padre Puglisi.
Giovedì, a intervenire da Casal di Principe, è stato chiamato Augusto di Meo, che il 19 marzo del 1994 vide davanti ai suoi occhi l’omicidio di don Peppe Diana nella sua chiesa, mentre ieri la scuola ha ospitato Davide Cerullo che dopo aver trascorso la sua giovane età nella delinquenza, ha deciso di cambiare vita e di dedicarsi all’arte e all’educazione, in particolar modo per i ragazzi del quartiere di Scampia.