1° maggio. Don Piergiorgio Fiori commenta il Vangelo. “Seguimi!”

Chiesa

Dal Vangelo secondo Giovanni 21,1-19

Viene Gesù, prende il pane e lo dà loro, così pure il pesce.
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

“Ma io ti amo Gesù?”

Nei giorni scorsi ho avuto la possibilità di vivere due giorni di ritiro con i cresimandi della mia parrocchia.
Durante la notte è stato recapitato nella camera delle ragazze un bigliettino con una specie di dichiarazione da parte di un ragazzino. Questo biglietto conteneva però un errore di forma, o meglio, la dichiarazione era diventata una domanda esistenziale. Infatti, al posto del classico “Mi ami?” c’era scritto “Ti amo?”.
Parto da qui perché credo che questa stessa domanda Pietro se la sia posta più volte in quei giorni dopo il tradimento: “Ma io ti amo Gesù?”. Credo anche che questa domanda sia comune a molti di noi.
Pietro era evidentemente in difficoltà, non riusciva a rispondere da solo, aveva addirittura bisogno di svagarsi per non pensarci… così quel giorno, con questa inquietudine interiore decide di andare a pescare e gli altri lo seguono. Ma, come si sa, la pesca necessita di pazienza e di calma affinché possa riuscire bene. Dopo un’intera notte, nulla.

La luce nuova

Gesù porta allo scoperto tutto ciò che occupa il cuore dei suoi discepoli, sembra quasi voler dare una luce nuova a tutti i nostri fallimenti: “Non avete nulla da mangiare?” e la risposta secca “No”.
A Gesù non importa la caduta, ma importa che si torni a fidarsi di Lui. “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete” e lo fanno. È questa nuova fede che permette loro di pescare una grandissima quantità di pesci, è questa nuova fede che permette di superare il fallimento.
Così avviene anche per Pietro: Gesù non gli pone la domanda per far risaltare il tradimento, ma per portare luce nuova, per portare a galla quell’amore senza più la paura di non saper essere all’altezza.

“Seguimi”: imparare a vivere all’insegna dell’amore infinito

Gesù chiede a Pietro per tre volte di far verità dentro di sé come a voler supplire tutte e tre le volte che l’ha tradito, rinnegato. “Pietro mi ami?”, quella domanda che si stava ponendo da solo viene ora detta dallo stesso Gesù e Pietro risponde a Lui come volendo convincere anche se stesso: “Tu lo sai che ti voglio bene!”.
Gesù, quindi, non guarda alle nostre mancanze, ma la risurrezione è evidentemente la rinascita dell’amore, la vittoria di questo sul nostro male. A Lui non importa mettere il dito nella piaga, ma curare questa piaga e fare in modo che quella cicatrice ci ricordi che siamo fatti per corrispondere a questo amore.
Allora oggi prendiamo anche noi alla lettera l’ultima parola di Gesù in questo brano: “Seguimi!”. Mettiamoci alla sua sequela per risorgere anche noi proprio come Pietro e per imparare a vivere con quell’amore infinito in grado di perdonare per tornare sempre ad amare.

don Piergiorgio Fiori