Milano. Beati Armida Barelli e don Mario Ciceri, storie di santità

Beatificazione
Beati Barelli e don Ciceri

Nel duomo colmo di fedeli sono stati beatificati stamattina, a Milano, i venerabili Servi di Dio Armida Barelli e don Mario Ciceri.
A presiedere la Messa il rappresentante di papa Francesco, il card. Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei santi, con numerosi concelebranti: tra loro il card. Francesco Coccopalmerio, l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, e oltre 20 vescovi (tra cui anche il vescovo di Crema, mons. Daniele Gianotti). Nell’assemblea diversi i rappresentanti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dell’Azione Cattolica italiana e dell’Istituto delle Missionarie della Regalità di Cristo, tre realtà legate alla figura di Armida Barelli, insieme ad autorità e cittadini di Veduggio e Sulbiate, i paesi in cui don Ciceri è nato e ha svolto il suo ministero.

Don Ciceri, connubio tra vita spirituale e pastorale

Dopo la lettura dei profili biografici dei due nuovi beati, sono state svelate le immagini di Armida Barelli e don Mario Ciceri, ai lati del tabernacolo, e sono state portate all’altare le loro reliquie.
Nella sua omelia, il cardinale Semeraro ha sottolineato: “Di entrambi i nuovi beati possiamo dire che sono ‘cresciuti’. Don Mario Ciceri s’impegnò quotidianamente a smussare alcune spigolosità caratteriali giungendo a mostrare in sé un efficace connubio tra vita spirituale e vita pastorale al punto che tutti riconobbero in lui un sacerdote che realizzava con zelo e in fedeltà la sua vocazione. È stato paragonato al santo Curato d’Ars.

Armida Barelli, il gioiello del Re Divino

Anche Armida Barelli ‘camminò nell’amore’ con una costante limatura del suo temperamento. Armida fu promotrice di un cattolicesimo inclusivo, accogliente e universale.
Nella stagione del ritorno alla democrazia nel nostro Paese dopo la devastazione della guerra, Barelli spronava le donne, per la prima volta chiamate al voto, a ‘capire quali sono i principi sociali della Chiesa per esercitare il nostro dovere di cittadine’ perché ‘siamo una forza, in Italia, noi donne’.
Mentre veniva consumata dall’infermità il beato Ildefonso Schuster disse di lei: ‘Il Re Divino sta cesellando il suo gioiello’”.

Beati Barelli e Ciceri, storie di santità

Dopo avere ricordato alcuni tratti della personalità delle due figure, il prefetto ha concluso: “In queste storie di santità, umili e nascoste come quella del beato Mario Ciceri, oppure pubbliche e note come quella della beata Armida Barelli si manifesta sempre la forza dello Spirito, che il Risorto possiede senza misura”.
Al termine della celebrazione è intervenuto mons. Delpini: “Le foto che ci fanno conoscere la beata Armida e il beato Ciceri – ha detto nella sua breve riflessione – forse ci fanno pensare alle vecchie zie e al vecchio zio prete che sono tanto cari e insieme tanto improbabili e anacronistici. In realtà più si conoscono e più si scoprono vivi e imitabili”.

Il particolare annuncio di mons. Delpini

L’arcivescovo ha poi aggiunto a sorpresa un piccolo annuncio personale: “Ho deciso che celebrerò il mio onomastico non più il 19 gennaio, ricordando san Mario, martire del terzo secolo; lo celebrerò invece il 14 giugno, memoria del beato Mario Ciceri, un santo prete ambrosiano”.