Chi ama l’arte e le vicende a lei legate, tra mecenatismo, collezionismo e generosità, non può perdere la mostra Foppa, I Macchiaioli e l’Arte del Novecento. Opere della Collezione Stramezzi, che verrà inaugurata oggi, sabato 23 aprile alle ore 17.30 presso gli spazi della Sala Agello (piazzetta Winifred Terni de Gregorj, Museo Civico di Crema e del Cremasco).
Si tratta di un autentico evento e mai questa parola, troppo spesso abusata, è stata usata meglio: 56 quadri, alcuni autentici capolavori, provenienti dalla Collezione Stramezzi, conosciuta nel mondo, donati in comodato d’uso, con la prospettiva di un futuro possesso, al Museo cremasco, riconosciuto dagli eredi di Paolo Stremezzi come luogo ideale, con garanzie scientifiche e curatoriali adeguate, per conservare parte di quello che è stata la celebre Collezione di Paolo Stramezzi.
Dalla donazione all mostra
Venerdì 23 mattina in una anteprima per la stampa, la sindaca Stafania Bonaldi e l’assessora alla Cultura Emanuela Nichetti, sono intervenute sul significato di un traguardo di tale livello raggiunto dal Museo della nostra città: “La Collezione vanta echi internazionali, alcune tele sono state richieste da musei ben più blasonati del nostro eppure gli eredi hanno scelto l’ente cremasco cui ‘donare’ la Collezione nel suo insieme. Questo ci onora, ma anche ci responsabilizza ulteriormente. Ringraziamo Giorgio Olmo e l’Associazione Popolare Crema per il Territorio per il sostegno che ci ha garantito nel giro di pochi giorni dalla richiesta: senza i 20.000 euro dell’ente presieduto da Olmo e senza il contributo della Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona non ce l’avremmo fatta”.
L’intervento di Francesca Moruzzi
“Rciordo l’intenzione degli eredi espressa il 23 dicembre 2021, l’intervento a villa La Perletta il 27 dicembre, con il permesso della Sovrintendenza ottenuta proprio nei giorni di Natale. Quindi il lavoro di ricerca su ogni singola opera, sia a livello scientifico sia di ripulitura, specie delle cornici. Abbiamo provveduto alla curatela, al catalogo, ai pannelli esplicativi per una mostra che, auspichiamo, ottenga l’attenzione che si merita non solo da parte dei cremaschi. Rimarrà aperta tre settimane, un tempo non lungo, da sfruttare per ammirare opere che altrimenti si perderanno, destinate in parte al deposito. Studieremo una riorganizzazione della pinacoteca del museo per inserire i pezzi dal Quattrocento al Seicento; sarà più complesso collocare le opere dell’Ottocento e del Novecento” .
Il Conservatore Alessandro Barbieri
La parola è quindi passata all’altro curatore dell’allestimento, Alessandro Barbieri, storico dell’arte e Conservatore del Museo che ha accompagnato i presenti in una visita guidata alla mostra svelando i tesori e i ‘segreti’ che essa racchiude a partire dalla tavola di Vincenzo Foppa, padre del Rinascimento lombardo, un’opera destinata probabilmente alla devozione in ambito privato: si tratta di una Annunciazione con San Girolamo penitente che ha indubbi richiami fiamminghi (nella natura, nella prospettiva, nei particolari domestici, dal vaso di fiori ai cuscini del letto della Madonna); e ancora i due grandi ritratti dei protagonisti: Paolo Stramezzi e Giuseppe Maria Perletti, che fece costruire a celebre villa in quel di Santo Stefano. Le opere dei Macchiaioli (2 Fattori, 6 Sernesi artista che morì a soli 28 anni dopo aver combattuto nella Terza Guerra di Indipendenza, e un Abbati); la copia di copia di un’opera di Leonardo la celebre Sant’Anna la Vergine e il Bambino con l’agnellino, l’incompiuto Turner dalla lunga storia e lavori meravigliosi, ‘minori’ ma eccelsi: l’acquerello di Manzù che ritrae anche Angelo Roncalli il futuro Giovanni XXIII, l’opera di Giorg Sauter, una laguna monocroma incatevole e l’autoritratto di Franz Von Lenbach con figlia…