Domenica delle Palme. “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”

Vangelo
foto di repertorio

Dal Vangelo secondo Luca 19,28-40

Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».

Il commento di don Cristofer al Vangelo della Domenica delle Palme

Iniziamo la Settimana Santa, la settimana più importante dell’anno liturgico. In questi giorni potremo contemplare punto per punto, parola per parola, tutto ciò che il Signore Gesù farà e dirà per la nostra salvezza.
Il brano della Passione secondo la tradizione di Luca, come anche gli altri brani che raccontano gli ultimi giorni per il Signore, possono essere osservati da molti punti di vista e secondo vari aspetti.
Il racconto, che ascolteremo in questa Domenica, ci offre moltissime descrizione storiche come la citazione della presenza di Cesare, di Ponzio Pilato o di Erode così come era precisissimo il racconto della nascita di Gesù con Cesare Augusto e Quirinio. Un modo con cui possiamo conoscere lo scenario e l’orizzonte in cui la macchina giudiziaria del Sinedrio condannerà colui che pronuncia il nome di Dio (Io Sono) e colui che si fa Dio.

La responsabilità di tutti e la fiducia incomparabile dell’ingiusto condannato

A condurre Gesù alla condanna potrebbe sembrarci che siano solo gli scribi, i farisei e i capi dei sacerdoti o le autorità romane, ma in realtà molti sono i personaggi che hanno una responsabilità sulla condanna di Gesù e infatti lo stesso dice: “Donne non piangete su di me, ma sui vostri figli”.
False accuse, abbandoni, dolore, menzogne, rinnegamenti, orgoglio, potere, rivalsa ma anche luce, salvezza, perseveranza, speranza, amore. Tutto questo negli ultimi giorni della vita del Figlio dell’uomo.
Difficile trovare un unico punto per fare sintesi, ma in quelle ultime parole dell’ingiusto condannato troviamo una fiducia incomparabile. “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. In queste parole traboccano l’umanità piena di Gesù, il suo amore, la totale fiducia nel Padre, il suo spendersi tutto per tutti, il suo donarsi.

La luce pasquale

In quella situazione dopotutto il dolore provato e sentito Gesù si rivolge al Padre. Gesù aveva tutte le ragioni per disconoscere il suo e nostro Creatore per tutto ciò che ha permesso che gli accadesse.
Cosa ha fatto sì che il Figlio avesse voglia di rivolgersi al Padre? Il grido di Gesù poteva dire tutto il suo dolore, invece rivela la totale fiducia in colui che l’ha mandato a rivelare il suo volto. Il Padre mostra per un’ultima volta il desiderio di luce, amore e alleanza che ha verso l’uomo. Il Padre in modo drammatico, in modo a noi in comprensibile, in modo straordinario mostra il suo volto d’amore.
Rileggiamo il brano della Passione secondo Luca e cerchiamo di comprendere in chi si conforma di più alla mia personalità, pensiero e ruolo. In questo immedesimarci avremo modo di fare una seria verifica della nostra fede.
La luce pasquale si fa sempre più forte dietro al tremendo dolore della croce.
Buona Domenica delle Palme e buona settimana santa.

don Cristofer Vailati