Guido Bertolaso, coordinatore del Comitato esecutivo per l’emergenza ucraina della Regione Lombardia, si è recato in Polonia al seguito di una missione coordinata da Areu per l’evacuazione di bambini ucraini malati.
“Sono venuto qui, con un team di tecnici di Areu – ha dichiarato – per rendermi conto personalmente dei problemi e capire cosa realmente stia accadendo sulla frontiera tra Polonia e Ucraina. Quando c’è un’emergenza è mia abitudine andare sul posto. Solo così si può capire la situazione e mettere in pratica le misure più efficaci”.
Il desiderio dei piccoli e delle loro famiglie di tornare in Ucraina
“Ho visto i disegni dei bambini ucraini ospitati nei centri di accoglienza in Polonia. Tutti esprimono il desiderio di tornare nel loro Paese. Questo è il loro e anche il nostro auspicio, rispetto a un popolo martoriato che sta trovando una solidarietà italiana ed europea eccezionale” ha detto Bertolaso a LombardiaNotizieOnline dalla località polacca di Rzeszòw, non lontano dal confine con l’Ucraina.
“Ci sono 8 passaggi di confine tra Polonia e Ucraina. Appena attraversata la frontiera, le persone vengono trasportate verso i centri di accoglienza a una decina di chilometri dal confine. La stragrande maggioranza delle persone che scelgono l’Italia lo fa perché qui hanno conoscenze, amici e parenti. Difficile che qualcuno voglia venire da noi senza avere contatti in Italia”.
Un terzo dei bambini ucraini con gravi traumi
La Ong Soleterre da due settimane ha aperto un nuovo fronte di lavoro al confine polacco, a Przemysl e a Rzeszów, dove effettua screening dei pazienti oncologici pediatrici e delle loro mamme anche nei luoghi di frontiera. Un lavoro che si estende anche alla valutazione delle condizioni psicologiche delle persone in fuga che accompagnano i bambini.
“Molti dei bambini in arrivo in Polonia dall’Ucraina non parlano, non reagiscono agli stimoli del contesto esterno, sono assenti. Altri sono molto agitati. Altri ancora giocano e disegnano. Un terzo di loro ha problemi di grave trauma ed emerge che sono rimasti per ore sotto le macerie durante i bombardamenti o che hanno perso un familiare” dichiara Damiano Rizzi, presidente di Soleterre, dal confine tra Polonia e Ucraina.
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