Papa Francesco. Il mondo dei robot vs una catastrofe finale con eventuale guerra atomica

Papa Francesco
(Foto Vatican Media/SIR)

“Sembra che il simbolo del diluvio stia guadagnando terreno nel nostro inconscio”. Ne è convinto il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata ancora una volta alla vecchiaia, ha fatto notare che “la pandemia attuale mette un’ipoteca non lieve sulla nostra spensierata rappresentazione delle cose che contano, per la vita e per il suo destino”.

Ottimismo di una giovinezza eterna vs fantasia

Oggi “siamo sotto pressione, esposti a sollecitazioni opposte che ci rendono confusi”, la tesi di Francesco: “Da un lato, abbiamo l’ottimismo di una giovinezza eterna, acceso dai progressi straordinari della tecnica, che dipinge un futuro pieno di macchine più efficienti e più intelligenti di noi, che cureranno i nostri mali e penseranno per noi le soluzioni migliori per non morire: il mondo dei robot. Dall’altra parte, la nostra fantasia appare sempre più concentrata sulla rappresentazione di una catastrofe finale che ci estinguerà”.

Eventuale guerra atomica

“Quello che succede con una eventuale guerra atomica”, ha aggiunto a braccio: “Il giorno dopo – se ci saranno ancora giorni ed esseri umani – si dovrà ricominciare da zero. Distruggere tutto per ricominciare da zero”.
“Il racconto biblico ci dice una cosa impressionante”, ha ricordato il Papa: “Dio fu a tal punto amareggiato per la diffusa malvagità degli uomini, divenuta uno stile normale di vita, che pensò di avere sbagliato a crearli e decise di eliminarli. Una soluzione radicale. Niente più umani, niente più storia, niente più giudizio, niente più condanna, niente di niente. E molte vittime predestinate della corruzione, della violenza, dell’ingiustizia sarebbero risparmiate per sempre”.
“Non accade a volte anche a noi di pensare che era meglio non essere nati?”, si è chiesto Francesco: “Dobbiamo dare credito a certe teorie recenti, che denunciano la specie umana come un danno evolutivo per la vita sul nostro pianeta? Tutto negativo”.

Il Papa ha ricevuto la lettera del sindaco di Kiev

“Il Santo Padre ha ricevuto la lettera del sindaco della Capitale ucraina ed è vicino alle sofferenze della città, alla sua gente, a chi ne è dovuto fuggire e a chi è chiamato ad amministrarla”.
A confermarlo, rispondendo alle domande dei ai giornalisti, è il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni.
“Prega il Signore che siano protetti dalla violenza”, prosegue il portavoce Vaticano a proposito della lettera con cui il sindaco di Kiev. Vitalij Klyčko, chiede al Santo Padre di recarsi nella città sotto attacco: “E per loro e per tutti ribadisce l’appello fatto domenica scorsa con la Preghiera dell’Angelus: ‘Davanti alla barbarie dell’uccisione di bambini, di innocenti e di civili inermi non ci sono ragioni strategiche che tengano: c’è solo da cessare l’inaccettabile aggressione armata, prima che riduca le città a cimiteri’”.