Un lungo silenzio perché emerga forte la voce e l’incoraggiamento alle donne ucraine: così la Provincia di Cremona con la delegata alle Pari Opportunità, Ilaria Dioli insieme alla Consigliera di Parità provinciale, Cristina Pugnoli e la Presidente del CUG Comitato Unico di Garanzia della Provincia di Cremona, Valeria Nassi hanno scelto di celebrare, quest’anno, un 8 marzo “silenzioso”, realizzando presso il cortile centrale un flash mob, quale segno di solidarietà alle donne ucraine, così come promosso dalla Provincia di Lecce e a seguire da altre Province. Presenti, fra gli altri, le sindache del territorio, Carmela Fazzi, già consigliera di Parità della Provincia di Cremona, Rosita Viola Assessora Pari Opportunità Comune di Cremona, Emanuela Nichetti assessora Pari Opportunità Comune di Crema, le studentesse ucraine Kseniia Overko e Aleksa Amor.
Solidarietà alle donne ucraine
“In questa giornata particolarmente importante ho ritenuto opportuno e doveroso da parte della Provincia manifestare la nostra solidarietà al popolo Ucraino e, in particolare, alle donne ucraine”, ha così introdotto la delegata alle Pari Opportunità, consigliera provinciale Ilaria Dioli, che ha citato i pensieri e le frasi di Anna Andreevna Achmatova, nata vicino ad Odessa che, con l’avvento del regime sovietico visse la sua vita sotto costrizione e fu condannata al silenzio per lungo tempo e il cui unico figlio, Lev, fu arrestato e deportato, e di Simone Weil, scrittrice e pensatrice francese, sul concetto di sofferenza e dolore connessi alla sventura. “Solidarietà alle donne ucraine” ha concluso Dioli.

Resistenza e immedesimazione
È seguito l’intervento della Consigliera di Parità, Cristina Pugnoli: “Oggi voglio dedicare il nostro pensiero alla resistenza delle donne ucraine: le donne vestono i nostri stessi panni, le madri fanno gli stessi sacrifici delle nostre, le nonne viziano e coccolano i loro nipoti come le nostre, quelle donne siamo noi, con gli stessi sogni, desideri, ambizioni”.
Come ha sottolineato, è inevitabile immedesimarsi in loro. “Quelle donne potremmo essere noi, quei gesti disperati, i nostri – ha proseguito –. Ma cosa faremmo al loro posto? Inna Sovsun, deputata del parlamento Ucraino, ha lasciato al confine il figlioletto con il marito ed è rimasta a Kiev per partecipare alla resistenza”.Alla conclusione della manifestazione, sullo sfondo di un allestimento con mimose e fiocchi azzurri per richiamare i colori della bandiera dell’Ucraina, la studentessa soprano Kseniia Overko ha intonato l’inno ucraino, suscitando grande commozione in tutti i presenti.
Come ha sottolineato, è inevitabile immedesimarsi in loro. “Quelle donne potremmo essere noi, quei gesti disperati, i nostri – ha proseguito –. Ma cosa faremmo al loro posto? Inna Sovsun, deputata del parlamento Ucraino, ha lasciato al confine il figlioletto con il marito ed è rimasta a Kiev per partecipare alla resistenza”.Alla conclusione della manifestazione, sullo sfondo di un allestimento con mimose e fiocchi azzurri per richiamare i colori della bandiera dell’Ucraina, la studentessa soprano Kseniia Overko ha intonato l’inno ucraino, suscitando grande commozione in tutti i presenti.