Senza speranza senza paura
Questi alcuni cenni della trama: nella primavera del 2011, in quei vicoli del centro storico di Napoli da cui il Caravaggio trasse ispirazione 400 anni prima per le sue Sette opere di
Misericordia, rivivono le storie di tre ragazzi, come usciti da una tela del pittore: Habib, un giovane tunisino scappato dalla rivoluzione; Aygul, una giovane uzbeka cresciuta in Italia; Corradino, un giovane napoletano preso tra la crisi e i facili guadagni della malavita.
Sono loro a essere irradiati a prisma dalla luce del dipinto del Caravaggio e a ritrovarsi in un contesto del tutto identico a quello che fu del pittore, inseguiti dai guai della vita e da figure in carne e ossa che cercano di fare su di loro una vendetta sociale che non lascia margini.
Tutto comincia dunque quattrocento anni prima. Nel 1606, anno in cui il pittore Caravaggio raggiunge Napoli in fuga dai gendarmi dello Stato Pontificio, che lo cercano con l’accusa di omicidio da scontare attraverso la pena capitale per decapitazione. Nei quattro anni di soggiorno napoletano che ne seguirono, l’artista matura la coscienza di un uomo in fuga, braccato, al punto da eleggere “nec spe nec metu” a proprio motto: senza speranza senza paura. Nonostante questo stato d’animo ossessivo riesce a produrre uno dei capolavori della pittura mondiale: Le sette opere di Misericordia, all’interno del quale sono contemporaneamente rappresentati i sette gesti raccomandati per ogni buon cristiano.
About Michelangelo Severgnini
Ha vissuto a Milano, Roma, Napoli, Istanbul e Berlino. Attualmente risiede a Palermo.
Nel 2000 esce Good morning, Pristina! – diario di un giornalista radiofonico tra Kosovo e Serbia. In seguito, realizza alcuni documentari indipendenti. Nell’ottobre 2021 pubblica con l’AntiDiplomatico l’instant book Simposio afgano, che raccoglie le conversazioni in rete avute con decine di cittadini afgani in Afghanistan all’indomani della nuova presa del potere da parte dei Talebani.
Di recente uscita il nuovo film-documentario L’urlo, che racconta le storie e le conversazioni via Internet con centinaia di migranti-schiavi, attraverso audio e video inviati dalla Libia.