Riforma della Sanità. Ex tribunale presto riconvertito?

Il Centro Vaccinale di Crema

Dopo aver letto le preoccupanti dichiarazioni del consigliere regionale Marco Degli Angeli (M5S) sulla riforma sanitaria abbiamo interpellato il sindaco Stefania Bonaldi, subito pronta a fornire spiegazioni. In grado, in effetti, di stemperare le dichiarazioni del grillino e chiarire alcuni passaggi fondamentali. In merito alla recente delibera regionale che individua le prime Case della comunità sul territorio, “pur condividendo con il consigliere un’analisi molto critica del percorso lombardo di riforma della Sanità e di attuazione del Pnrr che sta seguendo Regione Lombardia”, il primo cittadino esprime valutazioni differenti.
“Intanto è un bene che presso l’ospedale Santa Marta di Rivolta d’Adda venga individuata una prima Casa della comunità. Questa decisione regionale va nella direzione auspicata dal territorio e raccolta anche da Ats Val Padana e Asst Crema, allorché hanno formalizzato le proposte territoriali alla Regione. È importante la presenza di una Casa della comunità nell’Alto Cremasco, a servizio di un bacino di popolazione di diverse decine di migliaia di abitanti”.
Premesso ciò, Bonaldi entra nel vivo della questione. “Dopodiché è vero che la delibera regionale non individua altre Case della comunità nel Cremasco, ma semplicemente perché la delibera stessa dichiara che in questa prima fase vengono definite le sole Case della comunità nei fabbricati di proprietà regionale (o delle Asst)”, spiega. E l’ex palazzo di giustizia non rientra tra queste proprietà.

Comune in attesa fiduciosa

“La mancata individuazione di una Casa della comunità a Crema, in questo frangente è, dunque, a nostro modo di vedere un segnale importante e una conferma del fatto che si stiano facendo altre valutazioni; in caso contrario la Regione avrebbe potuto dedicare a Casa della comunità gli spazi di via Gramsci, ipotesi che però dal territorio è avversata, perché riteniamo via Gramsci inadeguata sia per spazi, sia per accessibilità”. La lettura degli ultimi fatti, quindi, sarebbe addirittura positiva.
Le delibere regionali parlano, però, di “fasi successive”, per collocare le Case della comunità, una delle quali a seguito dell’individuazione di spazi in immobili di proprietà degli enti locali.
“Noi ci attendiamo che in questa successiva, specifica fase, si sciolga la riserva sul plesso dell’ex tribunale, oggi hub vaccinale, a maggior ragione ora che sono fugati i dubbi sulla sicurezza antisismica e che è documentato da perizie che la messa a norma per la staticità richieda 70.000 euro (ponteggi inclusi), somma che il Comune non solo ha già stanziato, ma intende spendere al più presto per l’effettuazione dei lavori, onde rendere il fabbricato perfettamente adeguato”. Parole rassicuranti e che mostrano come l’amministrazione comunale sia “sul pezzo”. Non si può dimenticare, poi, che il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, in visita proprio all’hub nei mesi scorsi, spese parole importanti per il progetto del PreSST (oggi Casa della comunità) nell’ex tribunale.

Ats e Asst hanno definito il fabbisogno di tre Case della comunità

“Questo scenario è rafforzato dal fatto che per il Cremasco Ats Val Padana e Asst hanno comunque definito un fabbisogno di tre Case della comunità, circostanza che conferma come l’individuazione del plesso di Rivolta d’Adda sia solo la ‘fase 1’ di una più ampia mappatura e collocazione, che ci auguriamo possa trovare definizione nelle prossime settimane”.